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Altare
XVIII secolo
inchiostro su carta
1778/DS
Altezza: 286 mm., Larghezza: 206 mm.
disegno
Inchiostro grigio e bruno, acquerello grigio, tracce di matita nera, carta bianca.
Il disegno presenta la sezione di una cappella di forma ovoidale con cupola e lanterna. L'architettura è composta da quattro colonne che si staccano dalle pareti, due per parte, ai lati dell'altare. La trabeazione continua s'impenna a incorniciare la centina della pala d'altare, sormontata da una corona. Alla sommità delle due colonne più prossime all'altare siedono due figure di angeli. Nelle specchiature alle pareti sono collocati due busti con cartigli per iscrizioni. La mensa dell'altare, sopraelevata di tre gradini, segue un profilo concavo ed è separata dalla parete dove si trova la pala centinata. Sull'altare sono rapidamente abbozzati il servizio dei candelieri con la croce e una serie di otto statuette. Le coordiante fondamentali del disegno sono tracciate con il tiralinee, poi Juvarra è intervenuto a mano libera a completare la definizione dell'ordine e le figure di sculture. In particolare i due angeli sono schizzati con un diverso inchiostro di colore bruno. L'acquarello è disteso con pennellate rapide e di grande effetto per restituire l'apparenza tridimensionale dello spazio. L'idea della trabeazione dell'ordine della cappella che segue il profilo della cornice della pala centinata deriva da modelli di Carlo Fontana, ed è un modo efficace per legare l'architettura della cappella alla presenza dell'altare, pur mantenendo l'autonomia di quest'ultimo. Il disegno è uno studio progettuale che risale verosimilmente al soggiorno romano di Juvarra tra il 1704 e il 1714.