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Altare di Superga
1729
inchiostro su carta
1755/DS
Altezza: 237 mm., Larghezza: 210 mm.
disegno
Juvarra Filippo
Inchiostro grigio, carta bianca.
Si tratta di uno studio per l'altare maggiore della basilica di Superga. Il disegno si trova sul verso di uno studio per una chiesa a pianta centrale. Non sono rilevabili tracce di matita e sembra direttamente schizzato a penna. L'altare è al fondo dell'abside semicircolare segnalata dalle linee curve della trabeazione e da due lesene, forse corinzie, non completate nel disegno del piedestallo. Lo spazio architettonico dell'ambiente in cui va ad inserirsi è appena segnato al tratto leggero, rapidamente e senza mai ripassarlo. L'altare è presentato ortogonalmente: è abbastanza profondo, composto su più piani: quello di fondo della pala, quello del fastigio, arretrato rispetto alle colonne, e quello più avanzato della mensa. La luce viene da sinistra a destra, dall'alto; lo indicano il tratteggio a destra delle colonne, le zone più scure dell'arco del coronamento sulla sinistra e sotto la cornice della pala. La cornice architettonica è portata da colonne corinzie con il loro piedestallo isolato, decorato nel dado da una specchiatura. La loro trabeazione è sormontata da un plinto sul quale vengono ad appoggiarsi le volute estroverse che collegano il piano più avanzato delle colonne a quello più arretrato del fastigio. Dietro le colonne si vedono paraste di ribattuta, raddoppiate verso l'esterno. Il coronamento parte da un arco con volute arricciate all'imposta, sormontato da angeli inginocchiati che portano una corona di stelle; superiormente è concluso dagli spioventi di un timpano triangolare, piegati alle estremità in mensole orizzontali; ai piedi della croce al vertice si trovano due cherubini. La mensa è sollevata di tre gradini che si estendono lateralmente davanti ai plinti delle colonne e alla parete di appoggio posteriore; ha la forma di un'urna allargata verso l'alto e al centro porta un pannello ovale schiacciato; ha un solo gradino al di sopra, allineato con il piano superiore delle basi delle colonne. Con semplici tratti verticali sono appena accennati il servizio di candelieri e la croce. La pala è sollevata molto in alto, ma non è chiara la forma del suo collegamento con la mensa dell'altare, quest'ultima forse staccata dalla parete. La cornice della pala è rettangolare con spalle verso l'interno per la centina semicircolare; nello spazio arcuato tra la centina e il fastigio sono accennati alcuni cherubini. La pala richiama il voto di Vittorio Amedeo II per la battaglia di Torino del 1706 e raffigura il beato Amedeo di Savoia inginocchiato che si rivolge alla statua della Vergine posta in alto entro un ovale coronato di nubi e cherubini. Il tratteggio a 45 gradi indica una diversa situazione di luce per la zona dove si trova la statua della Madonna col Bambino. Non vi sono segni che indichino il rilievo della pala, che potrebbe essere anche soltanto dipinta. In questo disegno, che fa parte della sequenza di "pensieri" di Juvarra per l'altare maggiore di Superga, tracciati in un breve arco di tempo nel 1729, la cornice architettonica assume un forte risalto tridimensionale, mentre perdono di rilievo gli elementi di scultura isolati, accentuati in altri fogli della serie. Una proposta di ricostruzione della sequenza di studio del progetto, che conta ben undici "pensieri" dell'architetto, è stata avanzata da N. Carboneri, "La reale chiesa di Superga di Filippo Juvarra", Torino 1979, tavv. LXXVIII-LXXXV.
Gritella G., Juvarra, l'architettura, 1992, v. I, p. 271