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Riccio di pastorale
c. 1220 - 1225
Rame traforato, sbalzato, cesellato, inciso e dorato; smalto champlevé
0009/S
Altezza: 31 cm, Larghezza: 14 cm
Annunciazione
Il baculo, cilindrico, è decorato da girali vegetali con esuberanti palmettes-fleurs in rame dorato risparmiato e inciso; attorno a esso sono fissati, tramite viti in rame, tre serpenti in rame sbalzato, disposti trasversalmente rispetto al bastone, con la testa rivolta verso il basso e perle di smalto blu scuro negli occhi. Il nodo, a sfera appiattita, è costituito da due calotte in rame traforato, con motivi di dragoni con coda a fleuron, sovrapposte e combacianti; all’interno, un’altra sfera in rame dorato liscio nasconde il sistema di assemblaggio. Tra nodo e riccio è posto un collarino a otto foglie lanceolate, in rame inciso e dorato. Il riccio, a sezione ovale, presenta tralci vegetali più semplificati rispetto a quelli del baculo, e termina con una testa di serpente; all’interno si trovano le figure a tutto tondo dell’angelo annunciante e della Vergine, con perle di smalto blu scuro negli occhi.
Il riccio fu rinvenuto nel 1950 durante uno scavo davanti alla chiesa della Certosa di Chiusa Pesio (Cuneo), fondata nel 1173 come filiazione della Certosa di Grenoble; si trovava all’interno di una tomba contenente i resti di uno dei priori dell’abbazia: forse Pietro di Monferrato, in carica dal 1234 al 1242, oppure Guglielmo Jordanes, documentato dal 1242 al 1251. Nella sepoltura si trovavano anche alcuni frammenti assai danneggiati di una mitra, poi andati perduti, e un anello d’oro con zaffiro ovale incastonato, anch’esso pervenuto in museo (6/ORI).

Il pastorale appartiene a una precisa tipologia delineata da Jean-Joseph Marquet de Vasselot nel volume "Les crosses limousines du XIIIe siècle" del 1941. All’interno del vasto gruppo dei pastorali “à personnages et sujets divers” realizzati a partire dai primi anni del Duecento – in alternativa a quelli di invenzione romanica con volute a fioroni stilizzati – il pastorale di Torino rientra nel sottogruppo dei pastorali che presentano nel riccio la scena dell’Annunciazione, e in particolare nella serie più antica di questa tipologia (“premier type”. Marquet de Vasselot 1941, pp. 76-79, 233-236 nn. 64-69). Gli elementi iconografici che caratterizzano questa tipologia sono: la posizione dell’arcangelo, con il piede destro appoggiato all’indietro contro il riccio, quello sinistro che schiaccia la testa rovesciata del serpente e il braccio teso verso la Vergine; l’elemento vegetale posto tra le due figure, una sorta di ramo fiorito in rame dorato e smalto champlevé; e la posizione della Vergine, con entrambi i palmi delle mani rivolti verso l’angelo, come una Vergine orante. Si tratta di caratteri iconografici che si riscontrano solo su un numero ristretto di pastorali, tutti datati verso il 1210-1220 e ancora legati al linguaggio romanico, come risulta dalla resa dei panneggi che, in tutti questi esemplari, fasciano strettamente il corpo della Vergine, e sono segnati da una serie di finissime pieghe di puro valore decorativo. Nell’ambito dei pastorali dello stesso tipo, l’esemplare di Torino va confrontato con il pastorale di Bertrand de Malsang conservato al Louvre, datato al 1210-1220, già in collezione Révoil a Lione e proveniente dalla tomba dell’abate nella chiesa di Montmajour (Bouche-sur-Rhône); quindi con il pastorale della cattedrale di Bamberga, che è il solo tra quelli illustrati da Marquet de Vasselot a presentare la Vergine incorniciata da un arco a tutto sesto poggiante su un’esile colonnina in rame dorato, elemento presente anche sul pastorale di Torino.

La particolare tipologia dei fioroni a tre petali raffigurati sull’asta del pastorale - le cosiddette palmettes-fleurs - rimandano al “goût Plantagenêt” che dominò la produzione limosina tra la fine del XII e il primo quarto del XIII secolo (Gauthier 1967a), attribuzione confermata dai dati iconografici e dall’estrema raffinatezza d’esecuzione.

Importante segnalare che si conoscono altri tre pastorali limosini provenienti ab antiquo dal territorio piemontese-savoiardo: il riccio del Museo del Tesoro della cattedrale di Aosta, con san Michele in lotta col drago (il santo è perduto), rinvenuto in una tomba durante gli scavi condotti in cattedrale nel 1981; il pastorale di Saint-Maurice-d’Agaune, con il riccio terminante a fiorone, e il pastorale della cattedrale di Notre-Dame di Frejus, Var, con l’Annunciazione, rinvenuto in occasione della campagna di scavi nell’area del coro, all’interno del sarcofago di Louis de Bouilhac, vescovo di Frejus, morto nel 1405.
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 70-72,
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Castronovo S., Gotico sulle vie di Francia. Orafo Limosino. Riccio di pastorale, 2002, pp. 56-57 nota 2,
Carucci S., Federico II. Immagine e potere, 1995, pp. 543,
Castronovo S., Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Smalti di Limoges del XIII secolo, 2014, pp. 98-101,
Castronovo S., Arte in Piemonte. Il gotico. Le vie del Gotico. Il cardinale Guala Bicchieri committente e collezionista, 2003, pp. 28-29,
Gotico in Piemonte, 1992, p. 299,
Guida alla Certosa di Pesio e al Parco dell'Alta Valle Pesio, 1991, p. 71,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 74,
Viale V., Di quattro pregevoli oggetti di oreficeria e a smalto, 1952-1953