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Annunciazione
XV
ardesia dorata
0427/PM
Altezza: 51,7 cm, Larghezza: 97,5 cm, Profondità: 6 cm
lapide tombale
Stemma, non confermato da regie patenti, della famiglia Bosco: troncato: di oro e di rosso al leone rampante rivoltato, dall'uno all'altro, coronato, tenente un ramo fogliato. Tale emblema non appartiene alla famiglia del Bosco da Costigliole d'Asti, che ha stemma diverso, semipartito e troncato (in comune solo: al 1° di rosso, al leone d'argento rivoltato). Non potrebbe trattarsi nemmeno della famiglia del Bosco, la cui insegna compare in uno stemmario di Pavia: bandato, con il capo del leone coronato, rampante; l'emblema era tratto da alcune lettere del 1463 e 1464 di Giacomo del Bosco podestà di Sale al duca di Milano Sforza (C. Marozzi, 1992, s. n.). Uno stemma simile alla lapide del Museo Civico lo possiedono i Corsi, da Nizza Monferrato, ma oriundi di Celle di Savona, le cui prime notizie si hanno dal 1646 (A. Manno, vol. VII, p. 295): troncato: d'oro e di rosso al leone coronato, dall'uno all'altro, tenente un ramo di palma di verde; colla banda d'argento indivisa, attraversante. La famiglia Gabiani (signori di Gabiano, linea spuria dei Marchesi di Monferrato) presenta uno stemma simile: troncato: di rosso e d'argento, al leone d'oro rampante e coronato dello stesso, dall'uno all'altro (BRT, G. D. Beraudo, ms. Storia Patria 982, 1776, fol. 92 r.), però senza albero sradicato tra le zampe. Il cognome Bosco non compare nel manoscritto conservato presso BRT, Federico Federici, Scrutinio della nobiltà ligustica, 1640, né in BRT, Courcelles, ms. Storia Italiana 156, vol. II Lombardia, pertanto sarebbe poco probabile un'origine lombarda o ligure di tale casato. Lo stemma alla sinistra araldica appartiene alla moglie di Lorenzo Bosco, non identificata, forse appartenente alla famiglia Del Carretto: d'oro, a cinque bande di rosso, anche se nell'opera al Museo Civico si dovrebbe parlare, più che di bande, di cotisse (bande più strette). (E. Romanello 2003).
L'opera in esame, acquistata da Rovere a Torino nell'aprile 1881 per 400 lire (Inventario Generale, vol. II, p 251, inv. 2506), compare nella Guida al Museo Civico Civico del 1905, dove era esposto nella sezione "Arte Italiana", con una datazione alla prima metà del XVI secolo (Guida al Museo Civico 1905, tav. B.C., p. 18).

Mallé, che riporta l'iscrizione con qualche inesattezza (<>), anticipò tale datazione alla seconda metà del '400 ed individuò un preciso termine di paragone in un bel bassorilievo con l'Annunciazione al Museo di Pavia, già ritenuto da Malaguzzi di maestro lombardo a contatto con forme venete, per la dolcezza dell'oggetto, della metà circa del '400 (1904, p. 16, lastra riprodotta a p. 2), di cui la copia al Museo Civico di Torino sarebbe una traduzione di carattere corrente. Grazie a questo termine di confronto Mallé ricondusse a tale ambito cronologico l'opera, frutto di un qualche scultore appartenente al gruppo di lombardi-luganesi emigrati a Genova nella seconda metà del '400 (L. Mallé, 1965, pp. 138-139).

Le due lastre in ardesia con l' "Annunciazione" hanno in effetti un'analoga composizione, ma ad un esame attento si possono scorgere alcune differenze: la Vergine è a mani giunte a Torino e con le mani incrociate sul petto a Pavia, l'angelo di Torino regge il cartiglio verticale con entrambe le mani, mentre a Pavia il cartiglio passa dietro al vaso di gigli e reca la scritta <> (le ultime lettere sono coperte dall'ombra del rilievo). A Torino c'è la colomba, che manca a Pavia, dove compaiono invece, ai lati del vaso, due conigli con la testa piegata all'indietro (quasi certamente un motivo ripreso da qualche bassorilievo tardo-antico). Il trono presenta, nei due oggetti, uno schienale diverso: gotico appuntito e flamboyant a Pavia, arrotondato CONTINUA IN ANNOTAZIONI
Casalis G., Dizionario Geografico Storico Statistico Commerciale degli Stati di S.M. il re di Sardegna, 1842, pp. 554-555 (Bibliografia di confronto),
Della Chiesa F. A., Fiori di Blasoneria per ornar la Corona di Savoia con i freggi della Nobiltà, 1655, p. 31 (Bibliografia di confronto),
Mallé L., 1965, pp. 138-139,
Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti, 1905, p. 18,
Stemmi di famiglie piemontesi, ms. Varia 729, sec. XVII, fol. 51 v. (manoscritto),
BRT, G.D. Beraudo, ms. Storia Patria 982, 1776, f. 36 r. (manoscritto St. Patria),
BRT, P. Massara Previde, ms. St. Patria 1073, 1073, p. 44 (manoscritto St. Patria),
Angius V., Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, 1841, vol. II, parte 1°, p. 319 (Bibl. di confronfonto),
Malaguzzi Valeri F., G. Amadeo scultore e architetto, 1904, pp. 2, 16 (Bibliografia di confronto),
Guasco F., Dizionario feudale degli antichi stati sardi e della Lombardia dall'epoca carolingia ai nostri tempi (774-1900), 1911, vol. I, pp. 284-285 (Bibl. di confronto),
Pavia. Musei Civici del castello visconteo, 1975, pp. 123-124, n. cat. 566 (Bibl. di confronto),
Vicini A., Il castello visconteo di pavia e i suoi musei. Guida, 1998, p. 61(Bibliografia di confronto),
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, vol. VII (Bibliografia di confronto)