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Dittico
1350 - 1370
avorio
0146/AV
Altezza: 6,5 cm (ciascuna anta), Larghezza: 4,7 cm (ciascuna anta), Profondità: 0,5 cm (anta sinistra), Profondità: 0,7 cm (anta destra)
Annunciazione e Crocifissione
Il dittico raffigura a sinistra l’Annunciazione, a destra la Crocifissione, con un abbinamento molto meno frequente, nel periodo gotico, di quello che vede appaiate, nello stesso ordine, la Natività e la Crocifissione. Ciascuna scena è albergata sotto un arco a sesto acuto dal profilo interno trilobato, munito di gattoni rampanti e coronato da un fiorone. Sui i lati e in alto ogni anta presenta un cavetto ornato a intervalli regolari da borchie.
I pezzi più caratteristici e insieme più simili al nostro sono dei dittici e delle ante di dittico a due registri: tre ante sono conservate rispettivamente al Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo (inv. 15045; Museo nazionale 2012, p. 44, n. 24), allo Smith College Museum of Art di Northampton, Massachusetts (inv. 1961:62; Randall 1993, p. 92, n. 110), al Musée de Cluny di Parigi (inv. Cl. 15321; Koechlin 1924, vol. II, p. 162, n. 385); un dittico è diviso tra lo stesso museo parigino (inv. Cl. 447) e il Victoria and Albert Museum di Londra (inv. 665-1853; Williamson, Davies 2014, vol. I, pp. 288-291, n. 95 [G. Davies]), mentre un dittico integro è custodito al Museum of Fine Arts di Saint Petesburg, Florida (inv. 68.30; Randall 1993, p. 92, n. 111) e uno al Musée des Beaux-Arts di Lione (inv. L. 425; Koechlin 1924, vol. II, pp. 161-162, n. 382).

Il dittico torinese è il solo del gruppo a un unico registro. Richard Randall aveva proposto di attribuire alle Fiandre i due esemplari sul suolo americano (Smith College Museum of Art di Northampton, Massachusetts; Museum of Fine Arts di Saint Petesburg, Florida), ma senza fornire argomenti. Non vi sono ragioni stringenti per pensare, come fece Mallé, a una derivazione tedesca o italiana da un prototipo francese. Gli altri manufatti sono correntemente assegnati alla Francia con datazioni oscillanti tra la fine del secondo quarto, la seconda metà e la fine del XIV secolo. I pezzi del gruppo provengono probabilmente da uno stesso centro (verosimilmente Parigi), ma non sono certamente opera di una stessa mano e forse nemmeno di un’unica bottega; è probabile che le composizioni siano state utilizzate su un certo arco di tempo, tra la fine del secondo quarto e il terso quarto del XIV secolo; il nostro dittico dovrebbe occupare una posizione abbastanza precoce in questa serie.
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 295-296,
Thellung C., Il Tesoro della Città, 1996, p.196