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Astrolabio
1300 - 1399
ottone inciso
0922/B
Diametro: 22 cm
astrolabio planisfero latino
Astrolabio planisfero latino, composto da sei timpani
L’astrolabio fornisce una rappresentazione degli astri della sfera celeste su una superficie piana e ne indica le posizioni e l’ora rispetto a una rete di coordinate. Ideato forse dall’astronomo greco Ipparco intorno al 150 a.C., era utilizzato per la misurazione del tempo, la previsione della posizione degli astri nel cielo e rilevazioni topografiche. Venne migliorato attraverso gli studi condotti ad Alessandria d’Egitto e Bisanzio, ma furono gli scienziati islamici ad apportarvi importanti variazioni negli elementi costruttivi e nel design, come dimostrano i termini arabi di alcune sue componenti (alidada, zenit, almucantar): attraverso la Spagna e la Sicilia l’uso si diffuse nuovamente in Europa a partire dal X secolo. Solo la costruzione di più precisi orologi meccanici e nuovi metodi di calcolo ne interruppero l’utilizzo nel XVII secolo.

Riprodotto nel catalogo del Museo del 1905 tra gli strumenti scientifici in metallo del XVII secolo, è stato in seguito retrodatato da T. Tomba (1988).

La struttura fondamentale è costituita da un disco spesso (la Madre) con un bordo rialzato (il Lembo) sulla faccia frontale, nell'incavo della Madre si posiziona il disco di Latitudine, intercambiabile, e sopra queso la Rete o Aracnea (una vera e propria mappa stellare). L'ultimo elemento è il Regolo, un'asta rettilinea.
Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della Direzione del Museo, 1905,
La misura del tempo. Dall'orologio solare all'orologio atomico, 1988,
Il Tesoro della Città. Opere d'arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama, 1996, p. 70,
AA.VV., Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi., 2017, 86,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 115