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Bracciale a elementi snodati
III secolo
oro; ametista; granato; smeraldo, zaffiro
0010/ORI
Lunghezza: 12 cm, Larghezza: 3,3 cm, Spessore: 1 cm
Il braccialetto d'oro, ornato di pietre dure, è in due frammenti e non è completo.
Al centro è una rosa ornata da una grossa ametista ovale a cabochon circondata da quattro granati e due smeraldi (due castoni sono vuoti). Le pietre incastonate sono alternate ad intrecci a filigrana. A ciascun capo della rosa si diparte un nastro a segmenti snodabili, sul più lungo, rotto in due parti, si sono conservate tre delle quattro gemme che lo ornavano in origine: un'ametista, un granato e un onice. Sull'altro, frammentario, un castone è decorato da un'ametista e l'altro è vuoto.



Il bracciale frammentario fa parte del cosiddetto "Tesoro di Desana", uno dei più ricchi ritrovamenti di oggetti preziosi tardoantichi venuti alla luce in Italia, acquistato dall'antiquario Accorsi nel 1938. ll tesoro, costituito in tutto da 51 oggetti preziosi d'oro e d'argento (orecchini, bracciali, pendenti, anelli, fibule e un servizio da tavola di 18 cucchiai d'argento parzialmwente dorato e niellato), prende il nome dal luogo nei pressi di Vercelli dove avvenne, in circostanze ancora misteriose, il ritrovamento (Viale 1941, pp. 19-20). La compresenza, accanto alla maggioranza di manufatti romano-mediterranei, di un piccolo gruppo di oggetti germanico-orientali, più precisamente ostrogoti, conferisce una rilevanza storica tutta particolare al tesoro, perché offre una preziosa testimonianza sull'insediamento delle popolazioni germaniche nella pianura padana tra Vercelli, Ticino e Po e sul processo di fusione tra élite latina e germanica che avrebbe dato origine all'aristocrazia altomedievale.

V. Viale (1971) avanza il dubbio che possa trattarsi, per l'ordinata sobrietà dei suoi elementi decorativi, di un'opera eseguita da artefici romani, attivi tra la fine del IV e l'inizio del V secolo d. C. La decorazione con un elemento centrale gemmato e la policromia delle pietre sono in effetti tipici dell'oreficeria mediterranea e diffusi tra il III e il VII secolo, mentre sono del tutto estranei alla tradizione germanica. Strette analogie con un bracciale trovato presso Tunisi e attualmente al British Museum lasciano supporre una provenienza dalla medesima area geografica a una data che la critica più recente assegna concordemente al III secolo.
Ori e argenti dell'Italia antica, 1961, pp. 225-226,
Aimone M., Il tesoro di Desana. Una fonte per lo studio dellas società romano-ostrogota in Italia, 2010, pp. 89-92, 162-164,
Palazzo Madama. Guida, 2011, pp. 42-43,
Viale V., Bollettino del Centro di Studi Archeologici e Artistici del Piemonte. Recenti ritrovamenti archeologici a Vercelli e nel vercellese. Il tesoro di Desana, 1941, pp. 21-22,
Piglione C., Il Tesoro della Città. Opere d'arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama, 1996, p. 202,
Viale V., Vercelli e il Vercellese nell'antichità, 1971, p. 72,
Bierbrauer V., 1994, pp. 170-177, 206 - 212