Caricamento pagina...
XIX - XX (?) sec. d.C.
calcare calcare calcare
0687/PM
Altezza: 40,5 mm., Larghezza: 28,2 mm., Spessore: 6,1 mm.
Busto di Omero
Forma della pietra ottagonale. Pietra di colore grigio chiaro, a taglio piano-parallelo. Molatura meccanica. Intaglio e scultura tecnica mista. Con disco meccanico per la regolarizzazione del piano di fondo e dello scollo arcuato; a mano libera, con punte di diverso spessore, per il profilo e per i capelli; con trapano a punta sferica o a rotella per i boccoli. Lucidatura selettiva del volto. Busto di Omero: Busto barbuto e panneggiato con diadema, di profilo a destra. Anziano dall'alta fronte spiovente e stempiata. Capelli fluenti sulla calotta e alla nuca, a ciocche sottilissime, lunghe e libere, trattenute da un sottile diadema appiattito e lievemente ondulato. Arcata sopraorbitale spessa, caratterizzata da profonde rughe in unione con la fronte. Orbita profonda, con un grande bulbo oculare piano tra la palpebra superiore sottile e l'inferiore molto carnosa e un po' cadente sullo zigomo. Naso lievemente a sella, con punta smussata e pinna rilevata, ondulata dalla narice allungata. Labbra carnose al di sotto di un baffo fluente ma non molto spesso; barba folta ma relativamente compatta, a riccioli disordinatamente disposti. Orecchio a spesso contorno, dal lobo allungato. Veste accollata, dallo scollo arcuato in sottosquadro. Sul piano di fondo posteriore, iscrizione incisa in lettere latine: OMERO. Stile di tipo naturalistico, con minuta descrizione di alcuni dettagli (capelli e barba) e scarsa attenzione per altri, eseguiti schematicamente (il panneggio lineare e geometrico). Alto rilievo, dal modellato plastico.
Si tratta della copia di un intaglio eseguito da G. Pichler (1734 - 1791) tra il 1766 e il 1781, verosimilmente ispirato a un celebre busto scultoreo del poeta di cui si conservano copie di età romana (?) ai Musei Capitolini di Roma e al Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Quest'opera scultorea era già nota agli artisti del Rinascimento: essa compare ad es. in un noto dipinto di Rembrandt, conservato al Metropolitan Museum of Art di New York, conosciuto come "Aristotele e il busto di Omero". Molti intagliatori ne trassero libera ispirazione per i loro lavori anche in epoche successive, come ad es. Giuseppe Cerbara (1770 - 1856), del quale si conserva una riproduzione in gesso nella Collezione Paoletti a Firenze (Calchi di intagli e cammei della collezione Paoletti all’Istituto d’Arte di Firenze, L. Bernardini, A. Caputo, M. Mastrorocco (a cura di), Firenze, 1998, 124, n. 5), o Benedetto Pistrucci (1780 - 1853), il quale ne ha dato una versione di 3/4 su cera, ora conservata al Museo della Zecca di Roma (Vetrina II: n. 8) (Pirzio Biroli Stefanelli, L., I Modelli in cera di Benedetto Pistrucci, Roma, Museo della Zecca, Bollettino di Numismatica, Monografia I.II.1-2, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma, 1989, 236, n. 365). Un calco del lavoro di Pichler è conservato pure nella Collezione Cades (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi, 257, 64:175).

Repliche di busti o ritratti di filosofi e uomini illustri sono assai comuni nelle collezioni glittiche ottocentesche, sia che si tratti di intagli sia che si tratti di cammei in vario materiale. Analogo per soggetto a 596/PM. Le analogie stilistiche e di taglio della pietra lasciano supporre che sia stato realizzato contestualmente a 690/PM e 694/PM, forse dalla stessa bottega.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009