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1718
Legno di noce, tiglio, pioppo e conifera, con parti metalliche e graffite a stilo; disegni a matita nera e inchiostro bruno a penna; mallo di noce con protezione a cera
1488/L
Altezza: 116 cm, Larghezza: 430 cm, Profondità: 194 cm
castello di Rivoli
Ugliengo Carlo Maria
Modello di legno del castello di Rivoli secondo il progetto di Filippo Juvarra, scomponibile in 63 pezzi, ciascuno dei quali porta una numerazione a matita blu; all'interno sono disegnati a matita i partiti decorativi e architettonici.
Il modello riproduce in scala di circa 1:50 il grandioso progetto di ricostruzione ideato da Filippo Juvarra per l’antica residenza sabauda nei pressi di Torino e documentato anche dalla tela di Giovanni Paolo Pannini visibile nella stessa sala del Museo (708/D). Fu realizzato da Carlo Maria Ugliengo nel 1717-1718 sotto la direzione dell'architetto Giovanni Battista Sacchetti, assistente di Juvarra. In origine includeva anche il maestoso accesso in salita che si estendeva in direzione sud verso il borgo sottostante, pensato da Juvarra modellando il pendio digradante della collina con un sistema di rampe, scale e parterres (questa parte, dispersa tra 1937 e 1940, è documentata da una lastra fotografica del Museo).

Oggi si presenta composto da 63 elementi ed è articolato in modo da permettere una scomposizione per parti che rende possibile la visione degli interni, in particolare del corpo centrale costituito da un doppio atrio passante al piano terra, due scaloni simmetrici, un loggiato al piano intermedio, il vestibolo e il grande salone d'onore al piano nobile. L'esecuzione degli elementi architettonici a rilievo è limitata ad alcune parti del modello, mentre in molti casi le partiture architettoniche e le decorazioni sono disegnate direttamente da Juvarra sulla superficie lignea con lo stilo, la matita nera e l'inchiostro bruno a penna. Questi particolari decorativo-strutturali avrebbero verosimilmente richiesto una finitura in pittura, e forse, se fosse stato completato, l'intero modello avrebbe dovuto essere dipinto, come avvenne per il modello juvarriano della sacrestia di San Pietro in Vaticano.

L'ordine di montaggio dei pezzi rispetta, per quanto possibile, la logica delle fasi costruttive del castello, tanto da far ipotizzare che sia stato utilizzato come guida durante la costruzione. Dell'edificio rappresentato dal modello venne costruito tuttavia soltanto il padiglione verso est, nel quale fu incorporato, adattandolo e restaurandolo, quanto era rimasto della vecchia residenza. I grandi lavori di edificazione e ampliamento voluti da Amedeo II si interruppero nel 1720 e due terzi del complesso non furono mai realizzati.
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