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Placca
XIX (o inizi XX?) secolo
avorio
0142/AV
Altezza: 8,7 cm, Larghezza: 11,6 cm, Profondità: 0,5 cm
Cristo in maestà e scene cristologiche
La superficie della placca in avorio, lavorata a bassissimo rilievo, è suddivisa in quattro riquadri da una larga croce e rappresenta Cristo in maestà e scene cristologiche (più a “Iconografia”).
Caratteristiche formali e iconografiche dell’avorio rivelano, infatti, l’origine moderna dell’intaglio. La suddivisione della placca con una grande croce, il Cristo in maestà al centro e, soprattutto, l’inserimento dei simboli degli evangelisti all’interno dei bracci discendono dal caratteristico comparto centrale con la grande croce gemmata che decora il fronte del celebre altare d’oro di Sant’Ambrogio, dove nei quattro riquadri sono raffigurati gli apostoli a gruppi di tre (Elbern 1952, pp. 24-27). Una coppa cilindrica in avorio conservata a Madrid (Museo Lázaro Galdiano, inv. 3064), anch’essa una realizzazione moderna, ripete su uno degli emi- cilindri il comparto centrale del fronte dell’altare d’oro di Sant’Ambrogio, mentre sull’altro riunisce sei scene cristologiche (Cat. Lisbona 1945, p. 20, n. 67; Cat. Saragozza-Tarragona- Siviglia 2006, p. 95).

Come è stato brillantemente riconosciuto (La Galleria di Palazzo Cini c.d.s., pp. 275-276, n. 73 [B. Chiesi]), anche le scene cristologiche della placca torinese sono riconducibili a precisi modelli in oreficeria. La Natività, il Tradimento di Giuda e l’Adorazione dei Magi riprendono le corrispondenti scene presenti sull’antependio in argento della cattedrale di Città di Castello (Museo del Duomo), realizzato in Umbria, forse a Spoleto, verso la metà del XII secolo (Santanicchia 2013). Per i simboli degli evangelisti Matteo e Giovanni si è attinto invece a quelli sul verso della croce astile di Assisi (Museo del Tesoro di San Francesco), anch’essa di origine, forse, spoletina e riferita all’ultimo quarto del XII secolo (Cat. Foligno 2012, pp. 119-129, n. 1 [M. Santanicchia]). Non sussistono, quindi, dubbi sul fatto che l’opera sia una realizzazione moderna, che unisce con disinvoltura modelli medievali di epoca diversa.



Dal punto di vista stilistico la placca torinese si lega strettamente al rilievo con Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, Battesimo di Cristo e Crocifissione di Venezia (Fondazione Giorgio Cini, Galleria di Palazzo Cini, inv. VC 3000; La Galleria di Palazzo Cini c.d.s., pp. 275-276, n. 73 [B. Chiesi]), anch’esso una realizzazione moderna. I due avori sono probabilmente opera dello stesso intagliatore ed entrambi entrarono nelle attuali collezioni tra quarto e quinto decennio del Novecento: quella torinese fu acquistata nel 1940 dall’antiquario Accorsi, quella veneziana giunse nella raccolta Cini dalla collezione Roseo nel 1941.
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, p. 287,
Crivello F., Per la fortuna dell’Altare d’oro di Sant’Ambrogio. A proposito di un avorio del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, 2009