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Scultura
secolo XIV secondo quarto
Legno di conifera intagliato e dipinto
28
Altezza: 70 cm, Larghezza: 26 cm, Profondità: 18 cm
Cristo in trono
Maestro della Madonna di Oropa (bottega)
pittore francese
La figura, scavata sul retro, è raffigurata in trono, nell'atto di benedire con la mano destra (qui perduta) e con il libro nella sinistra, anch'essa perduta. Sussistono piccoli frammenti di preparazione antica sulla guancia sinistra, sui capelli e sui piedi del Cristo; mentre in corrispondenza della cavità circolare subito sotto lo scollo della veste - dove sono state riscontrate tracce di colla - doveva verosimilmente esserci in origine una decorazione applicata in argento o in stagno argentato.
La figura, scavata sul retro, era probabilmente collocata in origine all'interno di un piccolo tabernacolo posto su di un altare dedicato al Santo Salvatore.

L'opera va ad aggiungersi a un cospicuo gruppo di rilievi istoriati e statue coerenti dal punto di vista stilistico e provenienti dalla Valle d’Aosta, che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando molte chiese della Valle rinnovarono i propri arredi, passarono sul mercato antiquario ed entrarono in Museo. La policromia delle vesti presenta infatti motivi decorativi quadrilobati e a fiore bianchi e arancio su fondo verde scuro identici a quelli visibili sui fondi del paliotto con l'Incoronazione della Vergine proveniente da Villeneuve (1063/L) e sulle vesti dei santi e degli angeli rappresentati sull'ancona con Storie della Maddalena di Carema (1053/L), mentre in corrispondenza della cavità circolare sotto lo scollo della veste - dove sono state riscontrate tracce di colla - doveva verosimilmente esserci in origine una decorazione applicata in argento o in stagno argentato, allo stesso modo che frammenti di lamina metallica sono stati individuati sul manto del Cristo giudice 1050/L, opera della stessa epoca e dello stesso ambito stilistico.

L’insieme dei rilievi in Museo è stato concordemente datato alla metà del Trecento fino a quando, sviluppando un suggerimento di G. Romano (1979), E. Rossetti Brezzi lo ha ricondotto alla maniera della Vergine del santuario di Oropa, verosimilmente donata al santuario dal vescovo di Vercelli, il valdostano Aimone di Challant, in occasione della consacrazione della chiesa di Santa Maria di Oropa nel 1294. La produzione di questa grande bottega, che a cavallo del secolo dovette produrre paliotti, ancone e croci da arco trionfale destinate a chiese sparse su tutto il territorio della Valle, rappresenta l'aggiornamento subalpino alle suggestioni del linguaggio gotico maturo proveniente dalla Francia settentrionale. La cronologia prossima al 1295 proposta dalla Rossetti Brezzi per i rilievi più antichi della serie, tra cui anche questo Cristo in trono, è stata recentemente messa in discussione da M. Tomasi (2013), che la posticipa al secondo quarto del Trecento.

Riguardo alla provenienza specifica del rilievo, le verifiche archivistiche sulle visite pastorali nella diocesi di Aosta condotte a questo proposito da Elena Rossetti Brezzi hanno appurato la presenza di due sole sculture raffiguranti il Salvatore in area aostana per l'epoca medioevale. La visita di Gillaren del 1416 segnala l'"ymago cum tabernaculo salvatoris…" nella cappella intitolata al santo Salvatore ad Aosta (edificio oggi non più esistente); e una seconda "ymago sancti salvatoris nostri…" sopra l'altar maggiore della chiesa parrocchiale di Perloz, in bassa Valle, vicino a Pont-Saint-Martin.
Rossetti Brezzi E., Gotico sulle vie di Francia. Opere dal Museo Civico di Torino, 2002,
Brezzi Rossetti E., La scultura dipinta. Arredi sacri negli antichi Stati di Savoia 1200-1500, 2004, pp. 54-55,
Cattedrale di Aosta Museo del Tesoro. Catalogo, 2013, p. 178,
Capraro S., Acquisti e doni (2002-2010), 2011, p. 161,
Rossetti Brezzi E., Sculpture gothique dans les Etats de Savoie 1200-1500, 2003, pp. 35-36,
AA.VV., Carlo Magno va alla guerra. Le pitture del castello di Cruet e il Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia, 2018