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Figura alata che regge un tralcio fiorito / motivo vegetale ondulato / greca geometrica

    Figura alata che regge un tralcio fiorito / motivo vegetale ondulato / greca geometrica
    1900 - 1924
    cotone; filo di cotone lavorato a rete a maglie quadrangolari annodate, tipiche del filet, e ricami a punto rammendo.
    2440/T
    Altezza: 25 cm, Larghezza: 25 cm
    inserti decorativi
    Tessuto cotone merletto Italia / Fabric cotton lace Italy
    I due inserti in filet sono di forma triangolare con un disegno speculare da usare abbinato disposto in altezza. Presenta una figura alata a mezzo busto con un tralcio fiorito in mano, e la parte finale del corpo costituita da un ondulato motivo vegetale. Gi orli sono decorati da una greca geometrica.
    I due inserti riproducono un disegno di gusto neocinquecentesco, secondo una moda ancora in auge nei primi due decenni del Novecento (S.Levey 1983, p.113, tav 95). Questi tramezzi, di forma triangolare, quadrata, ovale o rettangolare di varie dimensioni, erano molto richiesti per gli arredi domestici, quali tende, tovaglie o biancheria, ma anche per gli arredi ecclesiastici, poiché era un tipo di lavoro economico ma di grande effetto. Nel corso del XIX, e poi nel secolo seguente, il filet si realizzava con la stessa antichissima tecnica, apparsa in Italia fin dal XIV secolo, anche se erano intervenute modifiche di materiali e abbinamenti di diversi filati. Si poteva produrre in ambito domestico dilettantesco o professionale. Uno dei laboratori specializzati nella produzione dei filet era la scuola laboratorio di Lucciano e Quarrata, fondata dalla Contessa Spalletti nel 1897 e poi ceduta alla Ditta Francesco Navone di Firenze che riprodusse una grande quantità di disegni rinascimentali di ottima qualità (S. Fortunato 2006, pp. 34-39). Questa importante Ditta che esportava merletti e ricami in Europa e negli Stati Uniti era emblematica di un tipo di organizzazione del lavoro e di utilizzo di materiale disegnativo di altre realtà italiane: i disegni cinque-seicenteschi riprodotti erano difficilmente riconoscibili dai originali e circolavano spesso, anche sul mercato antiquariale, come originali. Affine all’esemplare n. 2418/T.