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Cofanetto
terzo quarto XV secolo
Legno, osso, parzialmente tinto in verde e arancio, corno, ferro
0184/AV
Altezza: 7,9 cm, Larghezza: 13,1 cm, Profondità: 16,5 cm
gli apostoli, Annunciazione, Adorazione dei Magi, Noli me tangere, Incoronazione della Vergine
Il cofanetto è composto di placchette in osso applicate su un’anima lignea a base rettangolare. Sul coperchio figurano, in dodici placchette delimitate da cornici modanate, i busti degli apostoli, su fondi incisi a tratteggio incrociato. Le figure sono incorniciate da un bordo che contiene un racemo sinuoso ornato da mezze palmette, che si ripete identico nello spessore del coperchio. Su ciascuno dei lati compare, entro una cornice modanata, una scena sacra: sulla fronte, ai due lati della serratura, l’Incoronazione della Vergine; sul lato destro l’Annunciazione; sul retro il Noli me tangere; sul lato sinistro l’Adorazione dei Magi. Anche queste scene si staccano contro un fondo animato da un fitto tratteggio incrociato. La base è decorata a scacchiera, con otto riquadri su ogni lato, alternativamente in osso e in corno, e con due fasce arricchite da triangoli intarsiati in legno e osso tinto di verde e di arancio.
Il cofanetto fa parte di un ampio gruppo di cassettine ristudiate di recente da Paula Nuttall (Nuttall 2010). Come quelle, il pezzo torinese ha forma di parallelepipedo, base a scacchiera, rivestimento in osso con figurette svelte e animate che si stagliato contro un fondo tratteggiato. Nuttall ha corretto l’idea, a lungo diffusa, che tali cassette fossero scatole da gioco, osservando che i riquadri della scacchiera sono troppo piccoli, che non esistono pedine associabili ai pur numerosi cofanetti superstiti, e che non avrebbe avuto senso dover capovolgere tali manufatti per giocare. Si noti tuttavia che 36 riquadri sono quelli necessari e sufficienti per una tavola da gioco. Nuttall suggerisce che la maggior parte di queste cassettine fossero doni nuziali; esse sono infatti ornate per lo più da temi profani: usualmente, sul coperchio una danza moresca, sui lati scene di caccia o immagini allusive all’amore e alla fertilità. L’iconografia esclude invece per il nostro pezzo un uso profano. Ciononostante, l’appartenenza al gruppo è certa, non solo per le affinità di montaggio e di struttura già evocate, ma anche per la corrispondenza dei motivi ornamentali (il tralcio a palmette) e per le affinità formali: si confronti l’animata silhouette del Mago più giovane con quella dei danzatori sui coperchi o i lati delle altre cassettine, ad esempio quella di Princeton (Princeton University Art Museum, inv. 59-11; Randall 1993, pp. 128-128, n. 195 e tav. 17) o quella del Louvre (inv. MRR 80; Cat. Bilbao 2011, pp. 254-257, n. 11 [É. Antoine]).



La nostra cassettina presenta forti somiglianze appunto con due pettini che raffigurano su un lato l’Annunciazione, sull’altro l’Adorazione dei Magi, con impaginazioni pressoché identiche alle nostre: uno è nella Skulpturensammlung del Bode-Museum di Berlino (inv. 669; Cat. Braunschweig 1999, p. 132, n. 55 [H.-U. Kessler], dove sono però proposte un’attribuzione all’Italia settentrionale e una datazione verso il 1400 che non mi paiono accettabili), l’altro al Musée de Cluny a Parigi (inv. Cl. 400). Gaborit-Chopin ha proposto di attribuire il nostro cofanetto alla stessa bottega responsabile del cofanetto con santi, angeli e scene religiose del Musée du Louvre (inv. MRR 82; Gaborit-Chopin 2003, pp. 531-534, n. 253).
Castronovo S., Gothic Ivories Project, 2012,
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 313-314,
Thellung C., Il Tesoro della Città, 1996, p. 81,
Tomasi M., Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali. scheda n. 52, 2006, p. 97,
Koechlin R., Les ivoires gothiques francais, 1924, I, p. 342,
A.A. V.V., Palazzo Madama. Studi e notizie. Rivista annuale del Museo Civico d'Arte Antica di Torino, anno II, numero 1/2011, 2011, 198-201