Caricamento pagina...
Ancona d’ altare
XIV secolo secondo quarto
legno di cembro intagliato fipinto argentato e dorato
1052/L
Altezza: 97 cm, Larghezza: 175 cm, Profondità: 8 cm
Incoronazione della Vergine; martirio di san Pantaleone
Ancona d' altare con al centro l'Incoronazione della Vergine inclusa in un medaglione quadrilobato che occupa tutta l'altezza della tavola; su ciascun lato si collocano due scene sovrapposte illustranti i supplizi imposti a san Pantaleone, inquadrate entro uno spazio architettonico definito da coppie di nicchie trilobate sormontate da una ghimberga. A partire da destra in basso e proseguendo in senso antiorario, al santo vengono strappate le unghie mentre due coppe ardenti gli bruciano le ascelle; quindi, mentre viene immerso in un calderone di olio bollente per ordine di Massimino, gli appare Cristo nelle vesti di Ermolao che lo aveva convertito; nella terza scena è esposto alle belve che invece di divorarlo gli lambiscono i pedi; infine viene decapitato e l'anima portata in Paradiso. Tre grossi fori da perno in legno scavati sul lato superiore suggeriscono l'antica presenza di un coronamento, oggi perduto.
L'individuazione del santo di cui si racconta il martirio come Pantaleone (e non come san Vito, come proponeva Viale) ha permesso a E. Rossetti Brezzi di riconoscere la sede originaria dell'ancona nella chiesa parrocchiale di Valpelline, dedicata appunto a san Pantaleone, dove una visita pastorale del 1416 registrava sopra l'altare maggiore la presenza di una "magna tabula" raffigurante l'Incoronazione della Vergine con due angeli reggicandelabro.

L'impianto compositivo e le soluzioni decorative paiono una tarda derivazione dai rilievi assegnati alla bottega del Maestro della Madonna di Oropa, con uno scarto qualitativo che denuncia il carattere routinario dell'opera.

I dati del costume, come le gambe di Massimino ricoperte dalla calzamaglia, denunciano una datazione non anteriore al quarto decennio del XIV secolo.
Orlandoni B., Appunti per un' indagine sulla consistenza originaria e sulla dispersione del patrimonio artistico gotico, 1987, p. 33,
Mallé L., Le sculture del Museo Civico d'Arte Antica, 1965, p. 91,
Dipinti e sculture, 1988,
Gotico e Rinascimento in Piemonte, 1939, p. 39,
Rossetti Brezzi E., Gotico in Piemonte. Le vie del Gotico in Valle d'Aosta, 1992, pp. 328, 341, 344, 347-348,
Rossetti Brezzi E., Gotico sulle vie di Francia. Opere dal Museo Civico di Torino, 2002, pp. 80-83,
Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della Direzione del Museo, 1905,
Carli E., La scultura lignea italiana, 1960, p. 110,
Rossetti Brezzi E., Tra Gotico e Rinascimento. Scultura in Piemonte., 2001, pp. 42-43,
Brunod E., Diocesi e Comune di Aosta, 1981, p. 396,
Mallé L., Le arti figurative in PIemonte, 1961, v. I, p. 39, nota 6,
Passoni R., Arte e committenti in Aosta: problemi trecenteschi e verifiche sul gotico internazionale, 1987, p. 242