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1625 - 1628
inchiostro su carta
3856/DS
Altezza: 294 mm., Larghezza: 207 mm.
manoscritto
lettera 30 maggio 1626. A S. A. Ser.ma. Espone in Collegio il negoziato con l'ambasciatore d'Inghilterra. Il principe, dopo aver sentito la rinnovata richiesta di contribuzioni in favore del principe di Savoia, risponde non poter aderire per le gravi spese che la Repubblica già deve sostenere. Richiamato in Senato apprende che le ragioni del duca alle ultime proposte dell'amb. d'Inghilterra sono ben viste dalla Repubblica (lunga descrizione del clima di possibili accordi). In conclusione di tanto lungo discorso, il Senato precisa comunque non esser nel presente la Repubblica obbligata a cosa alcuna, non essendosi proceduto nel modo stabilito; che le eventuali proteste di S. A. circa il decadere delle speranze nei confronti della Repubblica si possono anche tralasciare avendo essa abbondantemente fatto il suo dovere. L'ambasciatore cerca qualche giustificativo al suo operato, dicendo che ormai alle parole ed alle lettere dovrebbero seguire fatti fra le due parti. Segnala ai senatori che così facendo per l'avvenire S. A. sarà obbligato a non più sperare d'aver soccorso da Venezia