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Dipinto
c. 1360-1365
tempera e oro su tavola
0469/D
Altezza: 107 cm, Larghezza: 72,5 cm, Profondità: 3 cm
Madonna col Bambino
Barnaba da Modena
Madonna col Bambino. Cornice lignea, intagliata, con girali in rilievo in pastiglia dorata, su fondo azzurro; cornicione aggettante fogliato.
La tavola proviene dalla collezione del conte Emanuele Balbo Bertone di Sambuy, dove Francesco Gamba la vide nel 1880. La raccolta passò poi al nipote Emanuele di Breme, che la prestò alla grande mostra del 1938 a Torino. Dopo la sua morte, nel 1944, le opere presero strade diverse. Questa fu acquistata dal Museo attraverso l'antiquario Pietro Accorsi.

Nato a Modena, Barnaba fu attivo in Piemonte, Toscana e Liguria. La sua clientela era essenzialmente costituita da fondazioni monastiche, che commissionavano le opere direttamente alla bottega che l'artista aveva impiantato a Genova almeno dalla metà del Trecento.

La critica, concorde, ritiene il dipinto anteriore alla Madonna della Galleria Sabauda, cronologicamente e stilisticamente prossima alla tavola, d'identica iconografia e datata 1367, ora a Francoforte (Städel Institut), ma già in una chiesa bolognese. I ripetuti restauri non hanno permesso di completare con certezza la lettura della data, vistosamente ripresa nelle decine e già dubitativamente letta 1354 (in realtà 1356) da Mallé (1963); le cifre comprensibili (MCCCL...) ci autorizzano tuttavia a ritenere quest'opera la più antica tra quelle note in territorio piemontese, dove Barnaba riscosse notevole successo, come attestano le Madonne di Tortona, di Alba e quella proveniente da Rivoli oggi in Galleria Sabauda. Recentemente Serena Skerl Del Conte ha proposto una datazione all'inizio del settimo decennio del Trecento. Non si è riusciti finora a identificare la chiesa di provenienza, ma secondo G. Galante Garrone è probabile che anticamente si trovasse in area cuneese: una puntuale ripresa del Gesù bambino che si afferra un piede compare infatti in un affresco all'esterno della parrocchiale di Mondovì Breolungi, attribuito a Rufino d'Alessandria.
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