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Madonna col Bambino
XIV secolo secondo quarto
legno di pino cembro scolpito e dipinto; decorazioni a pastiglia
8
Altezza: 69,8 cm, Larghezza: 27 cm, Profondità: 20 cm
Maestro della Madonna di Oropa (bottega)
pittore fiammingo
La figura del Bambino, che doveva essere in piedi sul ginocchio destro della Madre, è andata perduta
L'impianto originale del rilievo, con la Madonna in trono che regge il Bambino ritto sul suo ginocchio destro, si desume dal confronto con un'altra scultura del tutto simile, oggi in collezione privata (E. Rossetti Brezzi 2003).

L'opera va ad aggiungersi a un cospicuo gruppo di rilievi istoriati e statue coerenti dal punto di vista stilistico e provenienti dalla Valle d’Aosta, che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando molte chiese della Valle rinnovarono i propri arredi, passarono sul mercato antiquario ed entrarono in Museo.

L’insieme è stato concordemente datato alla metà del Trecento fino a quando, sviluppando un suggerimento di G. Romano (1979), E. Rossetti Brezzi lo ha ricondotto alla maniera della Vergine del santuario di Oropa, verosimilmente donata al santuario dal vescovo di Vercelli, il valdostano Aimone di Challant, in occasione della consacrazione della chiesa di Santa Maria di Oropa nel 1294. La produzione di questa grande bottega, che a cavallo del secolo dovette produrre paliotti, ancone e croci da arco trionfale destinate a chiese sparse su tutto il territorio della Valle, rappresenta l'aggiornamento subalpino alle suggestioni del linguaggio gotico maturo proveniente dalla Francia settentrionale. La cronologia prossima al 1295 proposta dalla Rossetti Brezzi per i rilievi più antichi della serie, tra cui anche questa Madonna in trono, è stata recentemente messa in discussione da M. Tomasi (2013), che la posticipa al secondo quarto del Trecento.

Riguardo alla provenienza specifica del rilievo, le verifiche archivistiche sulle visite pastorali nella diocesi di Aosta condotte a questo proposito da Elena Rossetti Brezzi hanno appurato la presenza di due sole sculture raffiguranti il Salvatore in area aostana per l'epoca medioevale. La visita di Gillaren del 1416 segnala l'"ymago cum tabernaculo salvatoris…" nella cappella intitolata al santo Salvatore ad Aosta (edificio oggi non più esistente); e una seconda "ymago sancti salvatoris nostri..." sopra l'altar maggiore della chiesa parrocchiale di Perloz, in bassa Valle, vicino a Pont-Saint-Martin.
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