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Dipinto
1521 - 1530
olio su tavola; tempera su tavola
0460/D
Altezza: 178,5 cm, Larghezza: 57 cm, Cornice Passpartout: 280 x 212 cm circa
Madonna con bambino; Crocifissione; sant'Orsola; sant'Eulalia; san Giovanni Battista; san Giulio
Grammorseo Pietro
Madonna col Bambino, Crocifissione e Santi, Giovanni Battista, Giulio, Orsola con una devota in abiti monacali ed Eulalia. "Una fonte manoscritta che sembra risalire a Niccola Gabiani ricorda, ai piedi della santa Eulalia, un cartiglio su cui si poteva leggere <<... DE AST>>" (S. Baiocco, in S. Pettenati e G. Romano (a cura di), 1996; S. Baiocco, 1996, p. 317).
Il polittico, all'inizio del XIX secolo, fu trovato in gran parte smontato nella chiesa di Santa Maria Nuova di Asti, e qui venne fotografato da Secondo Pia (S. Baiocco, 1996, fig. p. 316). Quando entrò nelle collezioni del Museo Civico fu erroneamente dato come proveniente dalla chiesa di Sant'Eulalia di Asti (L. Mallé, 1963, p. 91). Le ricerche degli ultimi anni hanno permesso di stabilire che la collocazione originaria dell'opera era l'altare dei Santi Giulio e Orsola nella cattedrale astigiana, fondato da Maria Balbi nel 1521, sicuro termine post quem per la realizzazione del dipinto. L'altare in questione fu demolito alla fine del '500 e il polittico fu trasferito in sacrestia, dove è segnalato in una visita pastorale del 1638 (S. Baiocco, 1991-1992, pp. 138-153).

Avanzata da Testori e poi resa pubblica da A. Griseri (1956), l'attribuzione al flandro-casalese Pietro Grammorseo, uno degli artisti più moderni e inventivi del Rinascimento piemontesi, è stata accettata dalla critica posteriore; tuttavia le differenze di stesura pittorica emerse dopo la pulitura suggeriscono che il dipinto sia frutto della collaborazione tra due artisti: Romano (1970, 1987) e Passoni (1987) propongono di ricondurre le solide figure del Battista e di san Giulio a Gandolfino da Roreto, protagonista sulla scena astigiana nei decenni a cavallo tra XV e XVI secolo.
Passoni R., La pittura in Italia. Il Quattrocento. Il Quattrocento in Piemonte, 1987, pp. 31-52,
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