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motivi a rosoni
merletto: XVII sec.; montaggio: XIX sec.
lino; ricamo ad ago e reticello, costruito su traccia di fili tirati, merletto a fuselli a fili continui, piedino a fuselli a fili continui, bordo a radi festoni a ventaglio, fatti a trecce e a fili ritorti e collegati da barrette a treccia e da un nastro non continuo a punto tela, con alto piede a punto tela traforato a maglie irregolari.
1867/T
Altezza: 16 cm, Larghezza: 42 cm
polsino
Polsino lino merletto / Cuff linen lace
Nella parte superiore un piccolo bordo è bordato da una fettuccia in taffetas bianco. La parte centrale del frammento con motivi a rosoni è eseguita con tanti pezzi giuntati provenienti da un unico merletto: le punte sono realizzate a fuselli in "punto tela" e trecciole.I pezzi sono frutto di un ingegnoso lavoro di assemblaggio e integrazione di frammenti diversi per materiali e tecnica, ma in gran parte omogenei per datazione. Questo intervento è collocabile nel XIX secolo per i materiali utilizzati (la tela tessuta meccanicamente, il filo ritorto molto regolarmente delle cuciture) e per la foggia poco convincente del colletto piatto (databile per modello e decoro tra 1610-30, che tuttavia presenta due punte più piccole e ricomposte che non trovano confronto con esemplari seicenteschi). Il raffinato bordo a festoni applicato a due pezzi (1869/T e 1871/T), lavorato con filati sottili e con grande accuratezza, è attribuibile a manifattura ligure e può essere datato al secondo quarto del XVII secolo; coevo è il piede con rosoni, identico a un tramezzo conservato nel Museo Civico di Modena, attribuito a manifattura genovese della fine del Cinquecento (C. Cremonini, in Schoenholzer Nicols, Silvestri (a cura di) 2002, p.192, scheda n. 219). Il bordo a ventagli (1867/T e 1870/T), invece, ha motivi semplificati comuni alle bordure per colli del genere genovese diffuse nella prima metà del XVII secolo, ma qui più radi nel loro intervallarsi, benché l’esecuzione sia piuttosto accurata. I due merletti a fuselli più semplici, di disegno stilisticamente poco caratterizzato, sono simili a due bordure pubblicate da Elisa Ricci come appartenenti a un antico campionario di Pescocostanzo (Abruzzo) e datate tra i secoli XVII e XVIII (Ricci 1911, tav. 73). Più difficile la lettura dei diversi tramezzi a reticello, molto rimaneggiati. Sono di manifattura diversa, con lavorazione più o meno fitta e il filato di diverso spessore; presentano un decoro molto leggero e traforato con i tipici rosoni proposti dai modellari del tardo Cinquecento, ma sono realizzati non su trecce a fuselli, come nei manufatti ritenuti più antichi, bensì su un tracciato di fili tirati, il che potrebbe indicare un’esecuzione più tarda nel XVII secolo.