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Piatto
c. 1710
maiolica dipinta e dorata
2440/C
Diametro: 18,3 cm
paesaggio
Grue Carlo Antonio
Tondino in maiolica con ornamentazione policroma lumeggiata in oro (paesaggio), decorato sulla tesa con puttini, cartelle e fiori.
Il nome dei Grue è legato alla produzione di maiolica di Castelli d'Abruzzo tra il XVII e il XVIII secolo. Capostipite della famiglia è Francesco Grue (1618-1673), che operò nel genere istoriato compendiario. In questo tipo di vasellame, destinato più all'uso ornamentale che quotidiano, l'intera superficie era occupata da pitture con soggetti biblici, mitologici o di genere, tratte dalla pittura, dalle stampe e dagli arazzi.

Il figlio Carlo Antonio, considerato fra i più importanti pittori di maiolica del tempo, celebre per i tocchi in oro con cui lumeggiava figure e paesaggi steso a ‘terzo fuoco’, cioè contemplando una terza e ultima cottura per fissare la pittura sopra lo smalto. arricchì il repertorio con paesaggi di gusto arcadico popolati da piccole figure e scenette, nello stile di Poussin, Lorrain e Salvator Rosa, realizzandoli in uno stile pittorico raffinatissimo, caratterizzato da una tavolozza frenata arricchita da lumeggiature d'oro stese "a terzo fuoco", cioè mediante una terza e ultima cottura. Questo piattino è decorato da un paesaggio ispirato a una stampa dei Perelle.

La produzione di Castelli godette di grande fortuna presso la corte sabauda: la boiserie del Gabinetto attiguo alla Galleria del Daniel nel Palazzo Reale di Torino include una serie di tondi di maiolica di Carlo Antonio Grue.
Polidori G., Torino. Le maioliche castellane nel Museo Civico di Torino, 1939, p. 5,
Battistella F.G.M., Le maioliche di Castelli. Dal Rinascimento al Neoclassicismo, 2005, p. 216,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 141,
Maritano C., Le ceramiche di Palazzo Madama. Guida alla collezione, 2008