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Laterale di trittico
1495-1500
tempera su tavola
0745/D
Altezza: 132,5 cm, Larghezza: 76,5 cm
san Giovanni Battista/ san Francesco
Gandolfino da Roreto
laterale sinistro di un trittico con san Giovanni Battista e san Francesco
Il dipinto, già in collezione Lazzaroni di Roma e ricondotto inizialmente al Foppa da Longhi e Pallucchini, compare sul mercato milanese nel 1963 (Finarte, Milano) con attribuzione a Pier Francesco Sacchi (ma in catalogo Malagutti già indicava l'area tra Macrino e Gandolfino da Roreto). Nel 1967, la tavola passò all'asta nella Galleria Manzoni di Milano con attribuzione a Defendente Ferrari. Il nome di Gandolfino fu successivamente riconfermato da A. Bocco (1968).

Esso costituisce il laterale sinistro di un trittico di Gandolfino ricostruito da G. Romano nel 1970. La tavola centrale con l'Assunzione, firmata sul bordo inferiore del sepolcro "GANDOLFINUS ASTENSIS PINXIT", è stata venduta all'asta della collezione Sangiorgi a Roma nell'aprile 1895, mutilata dalla parte alta con l'Assunta, e non se ne conosce l'attuale ubicazione. Il laterale detro è stato individuato dallo stesso Romano nella tavola con i santi Stefano e Antonio da Padova già in collezione privata torinese, acquistata dal Museo Civico di Torino nel 1987 (715/D).

Le similitudini stilistiche nelle figure e la continuità nella rappresentazione del paesaggio sullo sfondo dei due laterali con la tavola centrale firmata non lasciano dubbi sull'attribuzione a Gandolfino, consentendo di concludere in modo certo e positivo l'avventura storico-filologica di quest'opera di rilevante qualità pittorica.

Gandolfino da Roreto è uno dei protagonisti del Rinascimento in Piemonte. Elementi stilistici suggeriscono che la sua formazione si sia svolta in ambiente genovese e poi milanese; ben presto toccarono a lui le principali commissioni di Asti, sua città di origine, e degli altri principali centri regionali. Per i dati iconografici e stilistici, la tavola è da ricondurre alla fase della maturità del pittore, al principio del XVI secolo. La cultura figurativa dell'Italia nord-orientale influenza in questi anni l'opera dell'artista: si vedano, in particolare, la resa del paesaggio, che da puro sfondo diviene atmosfera organica che avvolge i personaggi, e la raffigurazione dei due santi, inseriti nell'ambiente circostante ma nello stesso tempo assorti e solenni. L'attenzione del pittore si appunta su minuziosi particolari quali la vegetazione, la resa dei corpi, la cura nel descrivere gli oggetti presenti sulla scena, tutti elementi che presuppongono modelli fiamminghi, ben noti in questo periodo in area nord-italiana.

Ad oggi non è possibile accertare la provenienza originaria del trittico, tuttavia la preminenza di santi francescani rappresentati nelle due tavole laterali lascia supporre che fosse in origine ubicato in una chiesa dell’ordine francescano, forse piemontese.
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