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San Giovanni Battista / sant’Antonio abate

    San Giovanni Battista / sant’Antonio abate
    1440 - 1450
    vetro; legno
    0255/VD
    Altezza: 13 cm, Larghezza: 19 cm
    vetro dorato
    Due vetri dorati e dipinti sovrapposti, in cornice dorata con S. Giovanni Battista e S. Antonio Abate. Dipinto posteriormente
    Pubblicati nel 1905 come opera d'arte fiamminga del XV secolo (Museo Civico, 1905, tav. 50), i pannelli furono in seguito collocati in "ambito savoiardo di primo '400" (A. Griseri, 1965, p. 123, nota 58) e poi definiti un maturo prodotto di cultura svizzero-tedesca, "dalle basi sluteriane e witziane" (L. Mallé, 1970, p. 338). Silvana Pettenati ricondusse i vetri - forse sportelli di un trittico - all'area borgognona, ritenendo valida l'annotazione dell'inventario londinese di d'Azeglio (1978, pp. XLV, 78-79, n. 38, tav. 187; A.S. Fava, S. Pettenati, 1978, p. 22); poco dopo la studiosa anticipò la datazione da lei precedentemente avanzata (c. 1430, invece di c. 1450), riscontrando nelle lastrine un riflesso del linguaggio di Henri Bellechose e del miniatore noto come "Maestro del Breviario di Jean sans Peur" (S. Pettenati, 1979, pp. 292-293, scheda n. 60). Giovanna Saroni conferma l'origine borgognona dell'opera, evidente nella cuffia di Sant'Antonio e nell'impianto architettonico delle scene (il dettaglio della volta a botte scompartita retta da colonne tortili torna frequentemente in diverse opere - vetrate, miniature, arazzi - prodotte in Borgogna nei decenni a cavallo della metà del '400). Le forme solide e compatte e la caratterizzazione fisionomica dei volti costituirebbero un passo in avanti rispetto agli stilemi tardogotici di Bellechose e del "Maestro del Breviario di Jean sans Peur", inserendosi in quella particolare fase della pittura borgognona di poco precedente alla metà del secolo "in cui la lezione dei fiamminghi è tradotta in un linguaggio sobrio e monumentale di estrema originalità", come ad esempio nella "Presentazione al Tempio" del Musée des Beaux-Arts di Digione (G. Saroni, 2003, pp. 19-20, scheda n. 4). Cfr. Allegati
    Bretz S., Hagnau C., Hahn O., Ranz H.J., Research into medieval reverse painted glass objects at the Museo Civico d'Arte Antica in Turin, 2011,
    Mallé L., Palazzo Madama in Torino. Le collezioni d'arte, 1970, p. 338,
    Pettenati S., I vetri dorati graffiti e i vetri dipinti, 1978, pp. XLV, 78-79,
    Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti, 1905,
    Griseri A., Jaquerio e il realismo gotico in Piemonte, [1965], p. 123, nota 58,
    Fava A.S., Pettenati S., Palazzo Madama e Museo Civico d'Arte Antica, 1978, p. 22,
    Pettenati S., Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale, 1979, pp. 292-293 n. 60,
    Saroni G., Van Eyck, Antonello, Leonardo. Tre capolavori del Rinascimento, 2003, pp. 19-21,
    Pettenati S., Giacomo Jaquerio e il Gotico internazionale, pp. 292-293,
    Saroni G., Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali. scheda 57, 2006, n. 57 pp. 99-100