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Frammento di pagina
Frammento di pagina
Anno
1350 - 1375
Materiali
pergamena; tempera
Inventario
0216/M
Dimensioni
Altezza: 16.3 cm, Larghezza: 12.7 cm
Soggetto
Iniziale D abitata da figura femminile stante in preghiera
Descrizione
Frammento di pagina di libro corale con lettera d color nocciola chiaro sul fondo blu scuro. Nel tondo, figura di Santa con veste rossa e coppa chiara con interno verde. Il tutto racchiuso da fogliami di vari colori.
Notizie Storico-Critiche
L’iniziale D rileva l’introito della messa della feria VI delle Quattro Tempora di Quaresima e si trovava sul
recto del foglio
Appartenenti allo stesso codice:
216/M, 226/M-228/M, 401/M, 404/M, 405/M, 407/M, 409/M, 410/M-412/M, 414/M, 416/M, 419/M, 421/M, 422/M, 425/M-427/M, 429/M, 430/M, 432/M-437/M, 442/M-444/M
Le miniature sono inedite, ma durante il lavoro di schedatura nel 1991 Silvana Pettenati aveva ipotizzato per i frammenti 226/M-228/M e tutti quelli da 400/M a 445/M (sotto lo stesso inv. particolare 46) la provenienza da un medesimo libro corale di ambito bolognese e aveva avvicinato la serie alle miniature pubblicate della Staatliche Graphische Sammlung di Monaco (inv. 40168, 40169, 40170, 40171; Bauer-Eberhardt 1984, pp.87-89, schede 50/1-50/4, figg. 119-120), segnalando l’ipotesi al museo monacense (conversazione epistolare con Bauer-Eberhardt, prot. 2971 del 2/10/91 e prot. 3211 del 21/10/1991). Sebbene non sia possibile ricondurre tutti e i 49 frammenti ipotizzati da Pettenati al medesimo codice, il confronto proposto con i frammenti di Monaco è senz’altro convincente per 31 di essi (quelli indicati sopra). Inoltre, trattandosi di fogli interi e non di ritagli, i quattro frammenti monacensi permettono di ricostruire le dimensioni originali dei fogli del codice (540 x 237 mm; 542 x 335/355 mm; 538 x 362 mm; 537 x 368 mm). I frammenti di Monaco sono stati attribuiti da Ulrike Bauer-Eberhardt all’ambito fiorentino degli anni Cinquanta del Trecento – tra gli affreschi di Taddeo Gaddi degli anni Quaranta e le esperienze degli anni Settanta di Lorenzo Monaco – e questa attribuzione è stata sostenuta da Boskovits (1985), che li colloca nell’ambito della bottega orcagnesca, con una datazione verso il settimo decennio del Trecento, guidata in particolar modo dal foglio con l’iniziale G abitata da san Francesco. Alla serie di Monaco sono stati recentemente ricondotti da Margherita Zibordi altri frammenti provenienti dallo stesso Graduale in più volumi, conservati presso il Museo Correr di Venezia (inv. Cl. II nn. 309, 316, 364, 389, 390, 391, 392, 393, 394, 395, 396, 438, 439, 440), la Biblioteca Civica di Padova (inv. C. M. 835, 836, 837, 838, 839, 840, 841, 842, 843) e la Free Library di Philadelphia (inv. Lewis E M 24 5). Per Zibordi i frammenti possono essere avvicinati al Graduale del Capitolo di Udine (Archivio Capitolare, mss. 29, 25, 23, 19), dove si trovano simili iniziali caleidoscopiche di invenzione altomedievale e romanica, riproposte con spigliata vivacità gotica. Sebbene manchino attribuzioni precise, si ritiene che il Graduale di Udine sia opera di artisti friulani, che rinnovano il linguaggio artistico locale per influenza della presenza a Udine tra il 1348 e il 1349 di Vitale da Bologna, attivo con la sua bottega a San Francesco e nel duomo cittadino. Tutti i frammenti sinora individuati sarebbero così da ricondurre a un Graduale realizzato nella diocesi di Udine, probabilmente – data la presenza dei santi – per una fondazione francescana. Alcune iniziali conservate al Museo Correr e alcune di quelle di Torino presentano uguali annotazioni collezionistiche (le lettere capitali scritte in inchiostro bruno e quelle a penna in inchiostro nero che identificano l’iniziale miniata e ciò indica una comune provenienza; i frammenti di Venezia provengono dalla collezione di Emmanuele Antonio Cicogna, donata al museo nel 1865, mentre per quelli di Torino la provenienza non è nota. Il riconoscimento delle lettere apposte in ambito collezionistico è errato nel caso dell’inv. 421/M (iniziale T scambiata per una I) e questo indica che tali scritte furono apposte quando i frammenti erano già state ritagliati.
Bibliografia di riferimento: M. Zibordi, La miniatura nei libri dei patriarchi. Nuove ipotesi per il graduale del Capitolo di Udine, in Il patriarcato di Aquileia. Identità, liturgia e arte (secoli V-XV), a cura di Z. Murat e P. Vedovetto, Roma 2021, pp. 405-422; Ead., Per un catalogo delle miniature ritagliate del Museo Correr di Venezia: studio delle opere e ricerche sulle origini della raccolta, tesi di dottorato (Università di Padova), XXXIII ciclo, a.a. 2020-2021; Ead., Miniature replicate. Alcuni ritagli del Museo Correr di Venezia e le loro relazioni con il Graduale del Capitolo di Udine, in «Rivista di storia della miniatura», 23 (2019), pp. 140-148; Ead., La raccolta di ritagli e fogli miniati del Museo Correr di Venezia. Un primo esame, in «Bollettino d’arte», 39-40 (luglio-dicembre 2018), pp. 217-234; U. Bauer-Eberhardt, Die italienischen Miniaturen des 13.-16. Jahrhunderts, München 1984, pp. 87-89, schede 50/1-50/4, figg. 119- 120.
(A. Marzo, progetto “miniature rivelate” 2021/22)
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