Caricamento pagina...
Scultura
XVIII secolo inizio
arenaria
0442/PM
Altezza: 150 cm, Larghezza: 105 cm, Profondità: 25 cm
Stemma degli Imperiale-Simiana principi di Francavilla
Gaudenzio Claretta, nel 1896, contestò che lo stemma fosse potuto appartenere ai Francavilla (letti erroneamente come "Roncavilla"), come risulterebbe dalla registrazione dell'oggetto in museo. L'autore tracciò la vicenda del feudo di Montafia che, estintasi la famiglia originaria, passò nel 1651 ai Simiana marchesi di Pianezza, nella persona di Carlo Emanuele Filiberto Giacinto, ed attribuì infine lo stemma al marchese Carlo Giambattista di Simiana, marito in seconde nozze di Anna Isnardi di Caraglio, il cui blasone era d'argento all'aquila di nero, coronata, col volo abbassato; Claretta spiegò inoltre l'equivoco dell'immaginario casato dei "Roncavilla", con l'errata lettura del nome Francavilla, famiglia del marito di Irene Simiana, figlia del suddetto Carlo Giambattista (AMCAAT, ms. G. Claretta, 1896, pp. 31-32): pur avendo chiara tutta la genealogia dei Simiana, Claretta non riuscì tuttavia a collegare l'arma del museo ai principi di Francavilla. Lo stemma in questione venne quindi riferito ai marchesi Simiana di Pianezza, con datazione alla seconda metà del XVII secolo, sia dagli inventari storici (Inv. Generale n. 411; Inv. Particolare n. 64), che dal Mallé: lo studioso tuttavia constatò che l'arma avrebbe dovuto ascriversi ad un qualche Simiana che inquartò il proprio con un altro stemma, essendo quello dei Simiana corrispondente solo all'embema del secondo e terzo quarto (L. Mallé, 1965, p. 259). In realtà la notizia contestata dal Claretta riguardo all'assegnazione dell'arma ai Francavilla si rivela esatta: così riportano infatti i documenti del Museo Civico d'Arte Antica, corr. 1887, c. 8 (aggiunta manoscritta alla scheda inventariale 442/PM). Il blasone appartenne ai discendenti di Michele Imperiali, principe di Francavilla, patrizio genovese stabilitosi a Napoli, che nel 1700 sposò Irene Maria Teresa Delfina (morta a Torino il 15 febbraio 1725), primogenita di Carlo di Simiana: questi era figlio di Carlo Emanuele Filiberto di Simiana, marchese di Pianezza, al quale era stato alienato nel 1667 da parte di Filippo, Ercole e Francesco degli Sfrondati, con l'assenso del governo pontificio, il marchesato di Montafia, che Clemente X, in un breve del 27 agosto 1672, eresse in principato (G. Claretta, 1883, p. 36). Il principato di Montafia rimase ai marchesi di Pianezza sino alla loro estinzione avvenuta con il marchese Carlo, figlio del suddetto Carlo Emanuele Filiberto, con conseguente trasmissione dei feudi di Simiana e Montafia alla figlia Irene, il 27 febbraio 1716 (G. Claretta, 1883, p. 36; A. Manno, vol. XV, p. 41), che il 13 settembre 1698 era stata investita del marchesato di Dego, per successione materna (A. Manno, vol. XV, p. 41: madre di Irene era Giovanna Grimaldi di Monaco). Andrea Imperiali-Simiana (figlio di Michele ed Irene), fu investito nel 1744, mentre il suo discendente Michele morì a Napoli senza linea nel 1780 (A. Manno, vol. XV, p. 42): in base ad una convenzione con Roma il principato fu quindi devoluto con i suoi feudi al re di Sardegna Vittorio Amedeo III (G. Claretta, 1883, p. 36).

La scultura proviene dal castello di Montafia (Asti), oggetto nel 1722 di significativi interventi di di risistemazione promossi dalla principessa Irene.
Mallé L., 1965, p. 259,
Claretta G., I signori di Montafia, Tigliole, Roatto, Varisella e Maretto. Dissertazione storico-critica e genealogica con documenti, 1883, p. 36,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, vol. XV, pp. 40-42,
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 53-54