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Piatto
1508 - 1530
vetro; smalti policromi e oro
0144/VE
Altezza: 4,7 cm, Larghezza: 27,8 cm, Profondità: 9,7 cm
stemma di Anna d'Alençon, marchesa del Monferrato
Piatto con stretta tesa, profondo cavetto e fondo decorato, tra perline e dorature, da stemma dei marchesi del Monferrato.
Tra le “credenze” di vetri, generalmente commissionate alle botteghe vetrarie di Murano, spicca quella realizzata nel primo terzo del secolo per Anna d'Alençon, andata sposa nel 1508 al marchese Guglielmo del Monferrato e, dopola morte dello sposo, reggente per il figlio Bonifacio dal 1518 al 1530.

Il piatto, decorato con il suo stemma, è analogo al n. inv. 0141/VE in Museo, nonché è ad altri due esemplari conservati nella Hockemeyer Collection di Brema (T. Wilson, J.V.G. Mallet, The Hockemeyer Collection. Maiolica and Glass, vol. II, Bremen, Bernd and Eva Hockemeyer, 2012, pp. 38-41, 64-66, nn. 55-56).

I due piatti torinesi furono acquistati dal conte Lupi di Moirano, antico casato legato ad Acqui Terme, nell'alto Monferrato. La qualità e le caratteristiche del vetro, simili a quello di produzione veneziana, ne hanno motivato l'attribuzione a Murano di Mallé, ma gli studi più recenti ipotizzano che siano stati prodotti nelle vetrerie di Altare, nel Marchesato, attive dal XIII secolo. Contrariamente alle leggi che a Murano sanzionavano severamente il lavoro dei vetrai fuori dalla Laguna, i vetrai di Altare potevano portare le proprie competenze anche altrove, e per questo motivo giocarono un ruolo importante nello sviluppo dell'arte vetraria in Europa, soprattutto in Francia. Il problema attributivo è ancora allo studio, anche se pare verosimile che la marchesa si attivasse per la promozione dell'industria vetraria locale, della quale il marchese Guglielmo aveva ratificato nel 1509 gli statuti della corporazione.
Mallé L., Vetri-Vetrate-Giade, Cristalli di rocca e Pietre dure, 1971, p. 38