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Chiave di volta
XV secolo terzo quarto
pietra della Val Varaita
0417/PM
Altezza: 37 cm, Profondità: 9 cm, Larghezza: 37 cm
Stemma di Ludovico I marchese di Saluzzo
Stemma di Ludovico I, marchese di Saluzzo
Sin dalla sua acquisizione, la chiave di volta è attribuita ai Saluzzo di Verzuolo, dalla cui dimora in effetti proverrebbe (Inv. Particolare n. 398), come concorda Mallé, che propone addirittura una cronologia più tarda (L. Mallé, 1965, p. 122): in realtà il rilievo non è ascrivibile ai Saluzzo di Verzuolo, contraddistinti da un blasone differente, ovvero: di Saluzzo allo scaglione di rosso con il motto LEIT. LEIT (A. Manno, vol. XXVIII, p. 58). Si ignora se la provenienza dello stemma dal castello di Verzuolo sia stata desunta dalla sua errata identificazione, oppure sia effettiva: può essere utile ricordare che tale edificio (fatto erigere nel 1377 dal marchese di Saluzzo Federico II) nel 1915 subì gravi danni a causa di un cedimento del terreno che fece crollare una delle torri quadrangolari; in seguito, per evitare che cedesse tutto il fabbricato fu demolito anche il secondo torrione (N Gabrielli, 1973, p. 125).

La divisa che compare nello stemma fu scelta da Ludovico I, marchese dal 1416 fino alla sua morte avvenuta l'8 aprile 1475: nel 1444 fu nominato dal duca di Savoia (in procinto di partire per la Francia per combattere contro Carlo VIII) luogotenente e governatore generale del Piemonte e della Savoia, e più tardi ottenne lo stesso incarico sul Monferrato dal marchese Giovanni (A. Lobetti-Bodoni, 1898, p. 33). Ludovico I fu sepolto nel vecchio coro della chiesa di San Giovanni, ma non nella cappella marchionale (dove tuttavia compare la sua impresa), la quale dopo una lunga e complessa vicenda (che la prevedeva inizialmente nel chiostro triangolare di S. Domenico), fu progettata da Ludovico I sul prolungamento della navata centrale di San. Giovanni, in una cappella absidale che nel 1462 era ancora da edificare; i lavori, iniziati nel 1464, furono sospesi nel 1475 e ripresi nel 1491 da Ludovico II, mentre già nel 1466 si era provveduto a realizzare, lungo il lato occidentale, il chiostro quadrato (N. Gabrielli, 1973, p. 66). Ludovico II, marchese dal 1475 al 1504, fu inoltre responsabile di altre iniziative edificatorie: fece infatti erigere la chiesa di Sant'Agostino e ristrutturò il castello marchionale e quello della Morra, in vicinanza del luogo di Castellaro, adibendolo a dimora di campagna.
Muletti D., Memorie storico-diplomatiche appartenenti alla città ed ai marchesi di Saluzzo, 1831, pp. 329, 371,
Mallé L., 1965, p. 122,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, vol. XXVIII,
Lobetti-Bodoni A., La Cappella del Santo Sepolcro (Coro della Chiesa di San Giovanni in Saluzzo) Tomaba dei Marchesi di Saluzzo, 1898, p. 21,
Vacchetta G., La Chiesa di S. Giovanni di Saluzzo. La Cappella funeraria dei marchesi. Il convento domenicano, 1931, p. 51,
Gabrielli n., Arte nell'antico marchesato di Saluzzo, 1973, pp. 66, 125,
Gentile L. C., Araldica saluzzese. Il Medioevo, 2004, p. 222,
Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 64-65