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Tentazione di santo eremita
XVI/XVII
penna e inchiostro bruno; carta bianca
0628/DS
Altezza: 211 mm., Larghezza: 360 mm.
disegno
Tentazione di un santo eremita Forse Le Tentazioni di sant'Antonio abate ? Il santo eremita è rappresentato a sinistra, in preghiera, con un rosario tra le mani e davanti a un libro aperto appoggiato su un teschio. Proprio di fronte a lui, due uomini gli presentano una donna ignuda con una collana di perle attorno al collo. Questa donna, con il suo braccio sinistro, tende una campanella. Questa donna, molto probabilmente, è una allegoria della Lussuria. Il personaggio rappresentato in ginocchio in primo piano, quasi al centro della composizione, si nasconde la faccia sotto una specie di "cagoule". L'uomo rappresentato dietro la donna, sullo sfondo, si appoggia su un bastone e tiene un piccola borsa, forse piena di soldi. Dietro questo gruppo di figure, sono raffigurate due altre figure difficilmente riconoscibili perché in quel punto il foglio presenta una lacuna abbastanza grande. La figura eseguita immediatamente dietro quella con una "cagoule" potrebbe essere un satiro, dato che la morfologia delle sue gambe somiglia a quella di un satiro. Per quanto riguarda il teschio, è un simbolo di morte di origine medievale. I gesuiti ne consigliavano l'uso per un esercizio spirituale che consisteva nel meditare sulla morte. Spesso i santi in preghiera sono raffigurati, soprattutto a partire della fine del Cinquecento, in contemplazione di un teschio che talvolta reggono tra le mani . Forse si tratta della rappresentazione delle Tentazioni di sant'Antonio abate, un santo eremita originario dell'alto Egitto . Come altri eremiti, anche Antonio abate ebbe visioni terribili a causa della vita ascetica che conduceva nel deserto. Queste tentazioni assumono due forme nell'iconografia: l'assalto dei demoni e le visioni erotiche. I demoni assalgono nella sua cella o lo sollevano in alto; a volte assumono l'aspetto di bestie feroci e di mostri che gli strappano le carni. Vengono messi in fuga dell'Eterno che appare al santo in una fulgida luce. Naturalmente, la tentazi
La postilla "sec. XIX! forse bolognese" che appare sul retro della cartella è da assegnare al Mallé (dic. Griseri 1985) ed è databile fine Anni '50.
Morassi A., Disegni antichi della collezione Rasini, 1937, p.18