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XVIII - XIX sec. d.C.
calcedonio-agata
0709/PM
Altezza: 26 mm., Larghezza: 22 mm., Spessore: 4 mm.
Testa di imperatore
Sicilia (Palermo?)
Forma della pietra ovale. Pietra di colore bianco marrone, a taglio piano-parallelo. Taglio a lama metallica. Molatura meccanica e lucidatura del piano di fondo. Sfaccettatura regolare degli spigoli. Intaglio e scultura interamente a mano libera (?). Lucidatura totale della superficie lavorata. Testa di imperatore (Galba? - Domiziano?): Testa imberbe con corona d'alloro e diadema di profilo a sinistra. Capelli corti, a frangia sulla fronte e a ciocche arcuate disposte in serie di tre file e schiacciate dalla corona d'alloro di due file di foglie. I capi di un diadema scendono ondulati e liberi lungo il collo. Espressione volitiva. Fronte corrugata a profilo diritto. Naso aquilino a radice incavata, con spessa pinna orizzontale a punta arrotondata. Labbra cortissime e serrate. Mento arrotondato, piccolo e prominente, su una gonfia mandibola. Ampia guancia di proporzioni squadrate. Orecchio a contorno rilevato. Collo taurino. Stile naturalistico. Esecuzione di tipo mediocre, caratterizzata da un modellato un po' rigido e da un intaglio seriale. Rilievo medio alto.
Oltre al confronto con il cammeo di Vienna, anche le tecniche di lavorazione, compatibili con una datazione relativamente recente dell'opera, permettono di inserire il cammeo in oggetto nella produzione del periodo tra XVIII e XIX sec. d.C. Per l'identificazione dubbia con Domiziano, cf. con un cammeo in calcedonio al Museo Archeologico di Firenze (inv. 14666), forse del I sec. d.C. (Tondo, L., Vanni, F. M., Le gemme dei Medici e dei Lorena nel Museo Archeologico di Firenze, Ministero per i Beni Culturali, Soprintendenza Archeologica della Toscana, Firenze, 1990, 48, n. 246). Infine, cf. con un calco tratto da una corniola, forse del XVIII sec. d.C., e accomunato nella Collezione Cades ad opere dei Pichler (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi, ovvero raccoglitori a doppio scomparto, con copia fotostatica e originale del regesto scritto a mano, incompleto per gli ultimi 3 Volumi, aperti alla consultazione degli studiosi nella Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma (257, 64:202).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009