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XIX sec. d.C.
0794/PM
Altezza: 37 mm., Larghezza: 24 mm., Spessore: 5,5 mm.
Testa di imperatore (Otone? - Vitellio?)
arte piemontese
Pietra (?) calcarea o stampo in gesso, sagomato a rilievo, di colore avorio. Molatura meccanica a disco del piano posteriore, non rifinito e interessato da falle e sbrecciature riempite con gesso (?). Esecuzione a mano libera. Modellato a scalpellino e rifinito. Conca dell'orecchio con trapano a punta sferica. Testa di imperatore (Otone? - Vitellio?): Testa laureata imberbe di profilo a sinistra. Capelli a frangia sulla fronte, con ciocche simmetriche e spesse. Grande corona d'alloro con foglie allungate. Orbita molto profonda con palpebre rilevate e carnose attorno a un bulbo oculare praticamente senza rilievo. Naso a gobba, con radice molto incavata e grande pnna nasale modualta alla guancia con narice incisa. Profonda piega nasale. Labbra corte. Piccolo mento tondeggiante. Mandibola un po' cadente. Grande orecchio a spesso contorno e lobo allungato. Collo dai tendini plasticamente evidenziati. Stile di tipo realistico. Buona dosatura del modellato. Intaglio medio. Alto rilievo.
Si tratta di un lavoro eseguito contestualmente ad altre sette teste di imperatori romani, con le quali condivide oltre allo stile, anche il meteriale di supporto e la concezione generale: 806/PM, 763/PM, 771/PM, 761/PM, 795/PM, 753/PM, 752/PM. Stilisticamente analogo anche a 777/PM, la quale non ha corona d'alloro e raffigura una testa maschile.

Questa serie di teste imperiali trova confronto con la produzione soprattutto ottocentesca, ma già rinascimentale, di cammei in vario materiale: in particolar modo, i ns. lavori si ispirano a una serie di ritratti in onice legati in spille auree e conservati al Kunsthistorischen Museum di Vienna (unico inv. 1194), del XVI sec. d.C. (Eichler, F., Kris, E., Die Kameen in Kunsthistorischen Museum, Publikationen aus den Kunsthistorischen Sammlungen in Wien, II, Wien, 1927, 161, n. 357 - 368, Tav. 53). Ma un confronto tipologico deve essere fatto anche con la serie di 12 cammei in calcedonio, i quali hanno qualche analogia stilistica con i ns. per la resa delle corone d'alloro ma non del modellato, alla Staatliche Münzsammlung di Monaco (inv. 1029 - 1040), databili grossomodo al 1800 (Weber, I. S., Geschnittene Steine des 18. bis zum 20. Jahrhunderts. Vergessene Kostbarkeiten in der Staatlische Münzsammlung München, München, 1995, 73 - 77, n. 64 - 75). Infine, per lo stile nervoso della muscolatura e per la resa espressiva del volto, esse sembrano ispirarsi anche ad alcuni lavori del XVII sec. d.C., come ad es. un ritratto di Domiziano su cammeo in calcedonio nella Collezione Manheimer-Schrank, ora alla Staatliche Münzsammlung (inv. 1308), forse da attribuire a una bottega italiana (Weber, I. S., Kostbare Steine. Die Gemmensammlungen des Kurfürsten Johan Willhelm von der Pfalz, München, 1992, 138 - 39, n. 142), oppure a un ritratto di Claudio su cammeo in lapislazzuli di analogo periodo e produzione, sempre alla Staatliche Münzsammlung (inv. 781) (ibid., 146, n. 157).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009