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XVII-XIX (?)sec. d.C. (lavorazione della pietra e montatura)
corniola; bronzo
0644/PM
Testa radiata
Bottega dei Regi Archivi
Forma della pietra ovale. Pietra di colore arancione, a taglio piano-parallelo. Taglio a lama metallica (?). Intaglio a tecnica mista: incisioni a mano libera per la corona radiata e il panneggio; con trapano a punta sferica per occhio e orecchio; con trapano a rotella (?) per capelli e profilo; la guancia, il collo e la spalla rilevata sono stati eseguiti meccanicamente prima delle incisioni, verosimilmente con mola a disco per la presenza di solchi fitti, longitudinali e paralleli ora in senso verticale ora in senso obliquo. Legata in pendente in argento (ovvero sigillo) con appiglio sagomato a delfino o kethos dal corpo molto allungato e intrecciato a formare un occhiello superiore per la sospensione. Questo appiglio è saldato al castone a sez. basso-cilindrica di forma ovale. Ht. appiglio 21 mm ca.; lg. max. 11 mm. Testa di sovrano (?) come Helios: Testa imberbe di profilo a destra con corona radiata e manto (?). Spessa corona di capelli sormontata da una corona radiata a quattro raggi e linea ortogonale doppiata. Ciocche della corona di capelli disposte in sequenza longitudinale parallela. Profilo schematico a tratti paralleli per pinna nasale, labbra e mento. Lungo collo panneggiato, con scollo a "V" molto pronunciato. Spalla destra rilevata. Stile schematico ad esecuzione corsiva. Modellato praticamente privo di passaggi di superficie.
Una corona radiata piuttosto simile compare ad es. su un intaglio in corniola al Fitzwilliam Museum di Cambridge (inv. B.269.CM) di datazione assai problematica, forse del 1600 ca. d.C. (Henig, M., Classical Gems. Ancient and Modern Intaglios and Cameos in the Fitzwilliam Museum Cambridge, con testi di D. Scarisbrick e M. Whiting, Fitzwilliam Museum IV, Cambridge University Press, Cambridge, 1994, 663, n. 665), oppure su un intaglio il lapislazzuli al Museo Civico di Ferrara (inv. RA.715), datato al III - IV sec. d.C. (D'Agostini, A., Gemme del Museo Civico di Ferrara, Quaderni dei Musei Ferraresi, 2, Firenze, 1984, 40, n. 59).A cagione della lavorazione delle parti anatomiche con mola meccanica a disco, della scarsa attenzione al modellato e dell'insolita iconografia, sia della corona radiata (portata sull'occipite e caratterizzata da una linea doppiata ortogonale ai raggi), sia dell'acconciatura (con corona di capelli spessissima e ciocche ad andamento diverso rispetto alla corona), sembra opportuno datare l'intaglio ad epoca recente, su modello degli intagli imperiali del II - III sec. d.C., come ad es. quello raffigurante un imperatore come Helios conservato alla Staatliche Münzsammlung di Monaco (inv. 141) (Weber, I. S., Kostbare Steine. Die Gemmensammlungen des Kurfürsten Johan Willhelm von der Pfalz, München, 1992, 228, n. 343).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009