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I - II sec. d.C.
cromocalcedonio
0828/PM
Altezza: 11,3 mm., Larghezza: 8 mm., Spessore: 3 mm.
Afrodite armata
Bottega dei Regi Archivi
arte italiana
Forma della pietra ovale. Pietra di colore verde, a taglio bi-convesso. Piano posteriore sbozzato e regolarizzato a mano, con tracce di microglifi irregolarmente disposti sulla superficie e microfalle o crepe dovute alla lavorazione. Intaglio a tecnica mista: i volumi principali del corpo sono ottenuti con trapano a punta sferica, i dettagli sono incisi a mano libera con punta fine. Tracce di smeriglio ferrifero e microglifi di lavorazione sul piano di fondo. Afrodite armata stante: Figura femminile seminuda stante a destra e appoggiata a colonnina, con lancia elmo e scudo. Afrodite di spalle col capo di profilo a destra. Il torso e la schiena nudi, le gambe ammantate, la sinistra rigida e portante, la destra appena flessa all'indietro. Braccio sinistro piegato per appoggiare il gomito e il peso della figura a una colonnina e per tenere una lunga lancia obliqua. Braccio destro appena piegato e avanzato per tenere un elmo davanti al volto. Acconciatura a capelli lunghi, raccolti in una crocchia, sormontati da una stephane (?). Ai piedi della figura, sta obliquo uno scudo oplitico. Stile di tipo lineare e corsivo. Buona capacità descrittiva dei dettagli. Intaglio medio. Rilievo moderatamente alto.
Si tratta di un soggetto che conosce notevole diffusione in età ellenistico-romana, soprattutto in età imperiale, quando il tipo della cd. Venus Victrix viene adottato come uno dei simboli del potere imperiale dalla Gens Giulia (cf. Furtwängler, A., Die antiken Gemmen, Geschichte der Steinschneidekunst im klassischen Altertum, Leipzig - Berlin, 1900, 336 - 38).

Il ns. intaglio, sia per i paralleli rilevati, sia per le tecniche di lavorazione, che possono essere compatibili con una datazione ad epoca antica del lavoro, deve quindi essere collocato nell'ambito della produzione glittica di età imperiale.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009