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Cofanetto
terzo quarto XV secolo
Legno, osso, corno, ferro, argento
0182/AV
Altezza: 7,2 cm, Larghezza: 14 cm, Profondità: 10 cm
Animali e scena di caccia
Su un’anima lignea sono applicate placchette in osso dai bordi modanati, scolpite con figure su un fondo lavorato a fitti tratteggi incrociati. I bordi sono rivestiti da cornici modanate. Sul coperchio compaiono quattro placchette che raffigurano animali, ogni placchetta presenta anche un albero e il sole stilizzati; il suolo erboso è sommariamente suggerito da gruppi di tre linee incise. Sui lati troviamo una scena di cacia, anche sui lati sono rappresentati il suolo e gli alberi semplificati. La base è ornata da un motivo a scacchiera bianco e nero, in osso e corno, con 5 x 7 riquadri ed è dunque inadatta a servire da tavola da gioco.
Il pezzo è stato attribuito all’Italia settentrionale da Donald Drew Egbert, sulla base di confronti con i tabernacoli mariani ormai piuttosto assegnati alle Fiandre, e da Luigi Mallé, per presunte affinità con le opere degli Embriachi. Esso appartiene invece allo stesso gruppo di cui alle schede 184/AV e 181/AV (cfr. A.A.V.V. Collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Avori Medievali, scehde 56 e 57, pp. 224-229). La maggior parte di queste cassettine presenta sul coperchio personaggi impegnati in una danza moresca, ma sui lati di molte si vedono delle scene di caccia simili a quelle torinesi; è il caso di un cofanetto a San Francisco (The Fine Arts Museum, inv. 1979.50.5a-b; Randall 1993, p. 129, n. 196) e di uno in collezione privata a Milwaukee (Randall 1993, pp. 129-130, n. 197). Scene di caccia compaiono anche su un pettine del Victoria and Albert Museum (inv. 230-1867; Williamson, Davies 2014, vol. II, pp. 624-625, n. 216 [P. Williamson]) e su una scacchiera del Detroit Institute of Arts (inv. 41.2; Randall 1993, p. 130, n. 198). Paula Nuttall ha interpretato tali raffigurazioni come evocazioni della caccia amorosa (Nuttall 2010, p. 135). Tale lettura non conviene alla caccia al cinghiale, ma è pertinente per la caccia alla lepre scolpita sul coperchio (Seidel [1994] 2003, pp. 430-437). Il cofanetto presenta solo scene di caccia, come alcuni altri, già riuniti da Raymond Koechlin; si vedano due cassettine al Musée de Cluny (inv. Cl. 15348) e al Museo Arqueológico Nacional di Madrid (inv. 52202), e soprattutto una al Victoria and Albert Museum di Londra (inv. 2553-1856; Williamson, Davies 2014, vol. II, pp. 686-687, n. 235 [G. Davies]). Si noti che i piedi sagomati si trovano identici su numerosi cofanetti fiamminghi, (cfr. cat. 57), tra cui, per dare solo qualche esempio, uno del Louvre (inv. OA 124; Gaborit-Chopin 2003, pp. 534-535, n. 254) e uno a Chicago (Martin d'Arcy, S.J. Collection, Loyola Uniersity Museum of Art, inv. 3-84; Randall 1993, pp. 112-113, n. 163).

Per la datazione e la localizzazione, si veda alle schede 184/AV e 181/AV (cfr. A.A.V.V. Collezioni del Museo Civico d’Arte Antica di Torino. Avori Medievali, scehde 56 e 57, pp. 224-229)
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, p. 315,
Egbert D. D., North Italian Gothic Ivories in The Museo Cristiano of The Vatican Library, 1929, pp. 196-197,
Koechlin R., Les ivoires gothiques francais, 1924, I, p. 527