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XIX sec. d.C.
calcare calcare calcare
0773/PM
Altezza: 44 mm., Larghezza: 36,5 mm., Spessore: 11,5 mm.
Baccante
cerchia di Veit Grauppensberg
Forma ovale. Colore beige; taglio piano-parallelo. Molatura meccanica a disco del piano posteriore, la cui porzione inferiore è interessata da graffi di superficie disposti a reticolo. Scultura e intaglio a tecnica mista. Modellato a mano con scalpellino e poi superbamente rifinito. Capelli intagliati con punte di varia grandezza, alcuni dettagli con trapano a punta sferica (così come accade per le foglie di vite). La porzione superiore destra del piano di fondo è stata ricomposta. Busto femminile ovvero di baccante: Busto panneggiato con corona di pampini di 3/4 a destra. Busto dalle forme floride di 3/4 a destra, il capo di profilo. Capelli lunghi dall'elaborata acconciatura, a ciocche finissime e lunghe, ravviate all'indietro e raccolte in tre piccole crocchie con tre boccoli. Grandissima corona di pampini con foglie e grappoli d'uva sia sulla fronte sia alla tempia sia lungo il collo, che ricade fin sulla spalla destra. Naso a profilo diritto (cd. "alla greca") e pinna modulata. Arcata estremamente regolare sul grande occhio allungato tra la palpebra superiore sottile e l'inferiore più carnosa e sfumata sullo zigomo. Guancia ampia e piena. Mento relativamente piccolo. Panneggio di una veste molto scollata, tenuto da un fermaglio circolare sulla spalla sinistra. Stile neoclassico, caratterizzato da una superba qualità d'esecuzione ad altissimo rilievo, il profilo quasi in sottosquadro, e da un intaglio finissimo. Modellato ora sensitivo ora più energico. Minuta descrizione di alcuni dettagli come i capelli o la corona di pampini alternata a una descrizione più schematica del panneggio.
Tutti i confronti stilistici individuati confermano, unitamente all'esame delle tecniche di lavorazione, una datazione al XIX sec. d.C. del cammeo, il quale è stilisticamente analogo a 767/PM ed è verosimilmente stato eseguito nel medesimo ambito produttivo, forse dalla stessa mano.

Di un gran cammeo a soggetto analogo, verosimilmente databile tra XVIII e XIX sec. d.C., si conserva un calco anche nella Collezione Cades (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi aperti alla consultazione degli studiosi nella Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, 77:1096), ma non restano riferimenti negli appunti scritti a mano. La lavorazione del piano posteriore è del tutto analoga ai cammei in calcare 764/PM, 767/PM, 842/PM, 774/PM, 787/PM.

Per l’utilizzo del calcare, ovvero del carbonato di calcio, come materiale di supporto per l’opera, cf. con un cammeo moderno, ora al Germanischen Nationalmuseum di Nürnberg (inv. SiSt 1915), con raffigurazione di busto maschile (Weiß, C., Die antiken Gemmen der Sammlung Friedrich Julius Rudolph Bergen im Germanischen Nationalmuseum Nürnberg, Antike Gemmen in Deutschen Sammlungen, Nürnberg, 1996, n. 474, Tav. 64).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009