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XIX sec. d.C.
vetro
1046/PM
Altezza: 25,5 mm., Larghezza: 23 mm., Spessore: 5 mm.
Busto di Io
Bottega dei Regi Archivi
manifattura italiana
Forma ovale. Colore marrone. Taglio piano-convesso. Piano di fondo regolarizzato con mola a disco fine. Sulla superficie, tracce di colatura di un collante e di pasta vitrea, dovuta ad errori durante la lavorazione (?). Ricavato a stampo e rifinito a mano libera (alcuni dettagli sono verosimilmente aggiunti dopo, come le ciocche di capelli ondulate sul collo e l'iscrizione). Sul volto, tracce di un impasto forse riferibile alla matrice o a un calco in positivo preso dal vetro in oggetto. Piano di fondo regolarizzato con mola a disco fine. Smussatura regolare degli spigoli. Busto di Io: Busto panneggiato frontale. Busto frontale, capo reclinato sulla spalla sinistra. Capelli a ciocche sottili, ravviati all'indietro in una spessa corona, dalla quale sfuggono sul collo ai due lati, ciocche sottili e tortili che giungono sino alle spalle. Volto ovale largo, dalla fronte ampia. Arcate molto regolari sugli occhi allungati tra palpebre rilevate relativamente sottili. Naso a profilo diritto. Labbra carnose. Collo relativamente corto. Busto riccamente panneggiato da una clamide (?) che lascia scoperte le spalle. Al lato destro del volto, sul piano di fondo, iscrizione in greco: dal basso in alto: DIOCKOYPIDOY. Stile di tipo naturalistico, con echi neoclassici. Opera seriale, ricavata da un originale di discreta qualità. Alto rilievo. Intaglio fine.
La ns. raffigurazione è una riproduzione ottocentesca del lavoro di Dioscuride, rispetto al quale sono state approtate delle variazioni iconografiche: in luogo dell'ampia collana di vaghi presente sull'intaglio antico, sulla ns. pasta vitrea è stato eseguito un ampio panneggio scollato; inoltre, si tratta di un busto speculare rispetto all'intaglio, poiché verosimilmente tratto da un positivo, forse un cammeo che dobbiamo considerare come un'ulteriore riproduzione dell'originale. L'opera doveva già avere imitazioni in età imperiale, come sembra dimostrare un intaglio in corniola alla Staatliche Münzsammlung di Monaco (Brandt, E., Gercke, W., Krug, A., Schmidt, E., Antike Gemmen in Deutschen Sammlungen I, Gemmen und Glaspasten der römischen Kaiserzeit sowie Nachträge, Staatliche Münzsammlung München (Teil 3), München, 1972, 16, n. 2188, Tav. 190).

Dioscuride, ovvero Dioscoride, era un famosissimo intagliatore di età augustea, citato ad es. da Plinio (Nat. Hist., 37,8) e da Svetonio (Aug., 50). Del suo nome e della sua attività erano certamente al corrente gli intagliatori, almeno sino dal XVIII sec. d.C., come dimostrano alcuni trattatelli settecenteschi sulla glittica antica, come ad es. quello dell'Aldini (Aldini, Giosef, A., Instituzioni glittografiche o sia della maniera di conoscere la qualità e natura delle gemme incise e giudicare del contenuto e del pregio delle medesime, Cesena (Ristampa, Sala Bolognese, 1978), 1735, 84 - 5).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009