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Cancello
XII secolo fine - XIII secolo prima metà
ferro battuto
0703/F
Altezza: 240 cm, Larghezza: 160 cm, Profondità: 8 cm
Il cancello è a due battenti ed è dotato di serratura. I due battenti si compongono di tre moduli ciascuno, scanditi da traversine e montanti. La trama è costituita da spirali a sezione quadrangolare. Le connessioni tra le spirali e gli elementi di riempitivo ad S o a nastro ondulato sono garantite da fascette piatte. Le spirali, a due avvolgimenti, sono disposte a due a due a formare motivi a C oppure addossate con il medesimo punto di origine formante una lancetta. Tra i motivi a C addossati fasci di brindilli sono stretti dallo stesso collarino. Gli steli disposti orizzontalmente o verticalmente a seconda dell'orientamento dei motivi a spirale, formano un ulteriore tracciato discontinuo.
La cancellata, che probabilmente chiudeva la cappella di un castello o di una chiesa, fu esposta in occasione della mostra dedicata al Gotico ed al Rinascimento in qualità di lavoro piemontese del Quattrocento (V. VIALE, 1939, p. 35) e, nell'allestimento in Palazzo Madama, trovò posto all'ingresso della sala dedicata al materiale valdostano. Luigi Mallé (1970) delimitò ulteriormente l'indicazione cronologica propendendo per la seconda metà del secolo; sulla fattura confermò la responsabilità di maestranze piemontesi, affacciando l'ipotesi di una provenienza valdostana, elemento che si deve forse agli appunti di d'Andrade. L'architetto portoghese, infatti, mise in relazione al cancello un frammento di grata, di cui oggi si sono perse le tracce, già conservato presso il calderaio di Verrès e forse proveniente dalla Valle di Challant o di Ayas (Museo Civico di Torino, Fondo d'Andrade, 808LT): le note di D'Andrade registravano una griglia con telaio a tre barre verticali con sedici spirali sovrapposte a quattro a quattro. Il cancello del Museo Civico, elegante seppur dall'organizzazione poco rigorosa del tracciato discontinuo, fu giustamente individuato come "pezzo rarissimo" (L. MALLÉ 1970) e resta, al di fuori della suddetta grata, senza confronti in Piemonte e Valle d'Aosta. Per trovare accostamenti significativi è necessario rivolgersi alla Francia, dove i migliori esemplari di cancelli strutturati a giustapposizioni di spirali appartengono alla seconda metà del XII o all'apertura del XIII secolo (M.N. DELAINE, Les grilles médiévales du centre de la France. Essai d'inventaire, in " Revue d'Auvergne", LXXXVII, 2, 1973, pp. 97-150): i confronti più convincenti sono con le griglie dell'abbaziale di Conques (M. DEYRES, Les grilles de Sainte Foy de Conques, in "Cahiers de civilisation médiévale", XV, 1972, pp. 143-150) e, soprattutto con i cancelli dell'Abbazia di Morigny e di Saint Aventin; accostamenti prudenti possono essere, inoltre, stabiliti con griglie spagnole, come quelle della Cattedrale di Jaca (L. DIEGO BARRADO, Nacideo del fuego. El arte del hierro romanico en torno al camino de Santiago, Zaragoza 1999, pp. 98-108) e di Lisbona. Un confronto particolarmente opportuno è con la cancellata che chiude la cripta di San Colombano a Bobbio; il cancello piemontese presenta una cortina a maglia più rada ma offre, come nel caso bobbiese e nel frammento di Verrès la soluzione del fascio di brindilli raggruppati con un dado poliedrico. Le testine beccute al centro delle spire del cancello di Torino, estremamente stilizzate, alternate a fogliette trilobe o a testa di chiodo, sono confrontabili con esempi iberici quale ad esempio quello del Monastero di Santa Maria di Iguácel (L. DIEGO BARRADO, 1999, pp. 108-116). A giudicare dagli sporadici indizi a noi pervenuti di questo panorama falsato dalla selezione del tempo, il cancello andrebbe collocato in un arco temporale di un paio di secoli antecedente rispetto alle aspettative del direttore del Museo Bartolomeo Gastaldi, che ne autorizzò l'acquisto, probabilmente su consiglio di Vittorio Avondo. A favore di un allineamento con la tesi quattrocentesca si porrebbe il relativo conservatorismo che caratterizzò la produzione di oggetti appartenenti alla cultura materiale. Una posizione definitiva è ostacolata dalla mancanza di indizi certi sulla provenienza.
Boccalatte P.E., Un diseño, un fragmento y algún indicio. Anotaciones para la historia del arte del hierro en Italia durante la Edad Media, 2010,
Mallé L., Palazzo Madama in Torino. Le collezioni d'arte, 1970, pp. 452-453,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 41,
AA.VV., Carlo Magno va alla guerra. Le pitture del castello di Cruet e il Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia, 2018,
Viale V., Gotico e Rinascimento in Piemonte, 1939, p. 35,
Pedrini A., Il ferro battuto sbalzato e cesellato in Italia: dal secolo XI al secolo XVIII, 1929, pp. 12-13,
Boccalatte P. E., Fabbri e ferri. Italia, XII-XVI secolo, 2013, pp. 62-68