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Cofanetto rettangolare con coperchio di tipo tronco-piramidale

    Cofanetto rettangolare con coperchio di tipo tronco-piramidale
    terzo quarto XII secolo
    avorio dorato; bronzo dorato; avorio laccato
    0183/AV
    Altezza: 9 cm, Larghezza: 12 cm, Profondità: 7 cm
    Cofanetto
    Il cofanetto, di forma rettangolare e dotato di un coperchio di tipo tronco-piramidale, è formato da sottili lastrine di avorio montate tramite perni dello stesso materiale. Due snelli serramenti di bronzo a terminazione lanceolata assicurano il coperchio alla scatola, mentre un terzo elemento dello stesso materiale è fissato sul lato anteriore ed è funzionale alla serratura. Il cofanetto presenta una decorazione pittorica ben leggibile: sula faccia anteriore, dove compaiono quattro medaglioni tracciati a compasso all’interno dei quali si trovano degli arabeschi, sui due lati brevi dove si trovano due pavoni di profilo e arabeschi vegetali liberi, e sul lato posteriore dove compaiono rispettivamente un pavone sul coperchio e una gazzella all’interno di un medaglione affiancata da due volatili. Gli angoli del cofanetto presentano una decorazione dipinta a finiti rinforzi bronzei, mentre sullo spessore del coperchio compare una scrizione. Il fondo del cofanetto, sebbene in parte occultato da un’etichetta ottocentesca, presenta una doppia linea dipinta con due tratti diagonali per ogni angolo a simulare una cornice, secondo una consuetudine attestata in numerosi cofanetti di questa tipologia e recentemente suddivisa in tre categorie (Shalem 2011). L’interno è invece rivestito da un vellutino blu probabilmente ottocentesco.
    Tra i cofanetti del primo gruppo degli avori arabo-siculi, di cui un esempio con coperchio piano proveniente dalla collezione Gualino è oggi conservato presso la Galleria Sabauda di Torino (Cott 1939, p.33, n. 19). numerosi sono quelli confrontabili con la cassettina di Palazzo Madama. Per la presenza sul lato anteriore di arabeschi dentro medaglioni dal fondo puntinato si possono ricordare i cofanetti di Berlino (Museum für Islamische Kunst; Knipp 2011°, pp. 310-311, n. 1) e di Atene (Benaki Museum; Cott 1939, p. 31, n. 5); per il motivo degli arabeschi vegetali liberi sui lati coti del coperchio, il cofanetto già in collezione Cantoni e oggi presso il Museo delle Arti Decorative di Milano (Zastrow 1978, p.29, n. 33); mentre una precisa corrispondenza ornamentale e iconografica, si vedono gli esemplari pressoché indettici di Parigi (Musée des Arts Décoratifs; Cott 1939, p.32, n. 10) e di Madrid (Instituto Valencia de Don Juan; Galán y Galdino, 2005, vol. II, p. 238, n. 12003), entrambi datati alla seconda metà del XII secolo.

    Altri confronti per struttura e decorazione sono: il cofanetto 535-159 del Victoria and Albert Museum; il cofanetto S. 27 della collezione Kofler-Truniger di Lucerna; il cofanetto di Veroli nel Tesoro della Cattedrale ("Federico II". Immagine e potere, categoria della mostra, Bari 1995, scheda 8.8, p. 486); il cofanetto di Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale ("Federico II" citazione scheda 16.2, p. 536. Fotografia dell'opera con numero d’inventario 183/AV); e il cofanetto A. 78-1925 (?).
    Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, p. 283