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Cofanetto rettangolare con coperchio di tipo tronco-piramidale

    Cofanetto rettangolare con coperchio di tipo tronco-piramidale
    1299
    avorio, lengo, bronzo
    0180/AV
    Altezza: 15,7 cm, Larghezza: 29,5 cm, Profondità: 19,7 cm
    Cofanetto
    Il cofanetto, a sezione rettangolare e con coperchio tronco-piramidale, è realizzato tramite l’assemblaggio di tavolette di avorio, i cui bordi sono incorniciati da un motivo a treccia; sullo spessore su cui si innesta il coperchio corre un’iscrizione. Solo nel coperchio compaiono dei medaglioni figurati, lavorati a intaglio e rappresentanti animali affrontati, rispettivamente pavoni e uccelli sul lato anteriore, un leone e due gazzelle sui lati corti, e ancora due pavoni inseriti in un unico medaglione sul lato posteriore, accanto al quale corrono i due serramenti bronzei che assicurano il coperchio al corpo della scatola. L’ornamentazione di quest’ultima lastrina di avorio, soprattutto nelle parti angolari, non sembra del tutto portata a termine. Il motivo a treccia che incornicia ogni singola specchiatura del cofanetto, solo minimamente variano, è invece sostituito sui lati corti del coperchio da una fascia a girali fogliati; sul coperchio sono intagliati cinque piccoli medaglioni tondi con coppie di uccelli esotici affrontati.
    La complessa vicenda collezionistica di questo prezioso cofanetto è stata ricostruita da Silvana Pettenati (1983), che lo identificò in uno degli oggetti già facenti parte della prestigiosa raccolta di Mariano Fortuny, il quale a sua volta l’acquistò a Granada nel 1872. La collezione fu messa all’asta a Parigi nel 1875 e la cassetta venne esposta dapprima al Trocadero nel 1878 e nel 1881 al Victoria and Albert Museum di Londra; finì in seguito nella collezione dell’antiquario romano Attilio Simonetti, dal quale prima del 1926 fu acquistata dall'imprenditore e collezionista torinese Riccardo Gualino.

    La decorazione dichiara l'appartenenza a una corrente di gusto islamico astrattizzante, che trova confronti in una serie di cofanetti e scatole incise o dipinte con medaglioni, di fattura occidentale sotto l'influsso islamico. L'origine del manufatto oscilla dubitativamente tra l'ambito ispano-arabo e l'Egitto.

    I frammenti di tessuto che componevano il rivestimento interno del cofanetto sono schedati ai nn. 2096-2097/T.



    "Confronti"



    La cassetta della cattedrale di Bayeux (De Beaumont, Daviller, Dupont-Aubrevulle 1875, pp. 108-109, n.71).

    Il cofanetto proveniente dalla cattedrale di Zamora e oggi al Museo Arqueológico Nacional di Madrid (Ferrandis 1935-1940, vol. II, pp. 119-120, n. 1).

    Il cofanetto cilindrico della al-Sabah Collection di Kuwait City, opera degli inizi del secolo XI (Ferrnadis 1935-1940, col. I, pp. 75-76, n. 16).

    Il cofanetto del Victoria and Albert Museum di Londra (Ferrandis 1935-1940, vol. II, pp. 84-84, n. 22).

    I cofanetti del Tesoro della cattedrale di Veroli (Cott 1939, p. 32, n. 11).

    Il reliquario eburneo di Bagnoregio (Shalem 2014, vol. I, p. 62 nota 84, per l’opera si veda Scerrato 1979, p. 470, fig. 516).

    La cassetta detta di re Martino della Real Academia de la Historia di Madrid (Silva Santa-Cruz 2010).
    Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 284-285,
    Pettenati S., Boschini G., Rapetti M., Stoffe della Collezione Gualino nel Museo Civico di Torino, 1983, pp. 57-61,
    La seta. Tesori di un'antica arte Lucchese. Produzione tessile a Lucca dal XII al XVII secolo., 1989, pp. 14-32,
    Capolavori restaurati dell'arte tessile, 1991, pp. 86-88,
    Thellung C., Il Tesoro della Città, 1996, p. 190,
    Dupont Aubertville A., Atelier de Fortuny. Œuvre posthume, objets d'art et curiosité, 1875, pp.108-109,
    Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 62,
    Calo’ Mariani S. M., Cassano R., Federico II. Immagine e potere, 1995, p. 486,
    Ferrandis Torre J., Marfiles arabes de Occidente, 1940, v. II