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Coppa
XV secolo fine - XVI secolo inizio
vetro; smalto
0140/VE
Altezza: 14,5 cm, Diametro: 27,2 cm
Grande coppa leggermente svasata con piede costolato bordato di azzurro scuro; il corpo presenta dodici costolature a rilievo che si dipartono dal piede ed è decorato all'esterno da un motivo a squame con puntini di smalto policromo avorio, rosso e verde.
L'alzata proviene dalle collezioni dell'imprenditore e industriale Riccardo Gualino raccolte nel castello di Cereseto; in seguito al fallimento di Gualino, le opere d'arte e le suppellettili furono in gran parte confiscate dalla Banca d'Italia. Essa fu venduta al Museo dall'antiquario Pietro Accorsi nel 1933, insieme con altri 31 vetri di Murano che non risultano dagli elenchi della liquidazione, ma la cui provenienza da Cereseto si può desumere dalle fotografie d’epoca.

La parte inferiore della coppa, decorata a costolature in rilievo, è realizzata con la complessa tecnica di modellazione detta "mezza stampaura", diffusa anche nei secoli successivi. Tale tecnica, già nota nell'epoca romana, consiste nell'applicazione, al fondo di un soffiato ancora attaccato alla canna, di un'altra calotta vitrea che viene impressa in uno stampo aperto con costolature in negativo. La decorazione a smalti policromi punteggiati, che caratterizza anche altri manufatti in Museo (inv. 133-134-138/VE), compare su moltissimi vetri veneziani tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo; la sua fortuna è legata, da una parte, alla semplicità dell'esecuzione, dall'altra al piacevole effetto ornamentale, forse ispirato alla pittura italiana tre e quattrocentesca di influenza bizantina, dove spesso compaiono aureole ornate di puntini di vari colori. Il motivo a embrici, probabilmente di derivazione orientale, in uso nei vetri e nella maiolica dell'epoca, è descritto in un inventario del 1503 come "archi dorati a somiglianza delle squame di pesce".

Coppe simili si conservano al Museo del Vetro di Murano, al Poldi Pezzoli di Milano (inv. 1243) e all'Österreichisches Museum di Vienna; confronti sono possibili anche con un bicchiere conservato nella Wallace Collection di Londra (C514).
Viale V., Torino. I Musei Civici nel 1932, 1933, pp. 17-19,
Zecchin L., Vetro e vetrai di Murano. Studi sulla Storia del Vetro., 1987, p. 34,
Banchetto alla corte del duca di Savoia. Le ricette di Maître Chiquart cuoco di Amedeo VIII, 2006,
Dagli ori antichi agli anni Venti. Le collezioni di Riccardo Gualino, 1982, p. 100,
Mallé L., Vetri-Vetrate-Giade, Cristalli di rocca e Pietre dure, 1971, pp. 34-35