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XVII secolo fine - XVIII secolo inizio
olio su tela
403
Altezza: 117,5 cm, Larghezza: 92 cm
Cristo che appare a santa Caterina d'Avila
Guidobono Bartolomeo
fabbrica di Vinovo
La cornice torinese in legno intagliato e dorato è del secondo quarto del XVIII secolo.
Nella seconda metà del XVII secolo la corte sabauda manifesta un accentuato orientamento verso la cultura artistica ligure, attestato dall'arrivo a Torino di opere da Genova e da prolungati soggiorni di artisti come Domenico Piola, Gregorio De Ferrari e i fratelli Bartolomeo e Domenico Guidobono. Questi ultimi appartenevano a una famiglia di maiolicari savonesi attivi fin dal primo quarto del XVII secolo. Giunto a Torino nel 1685, Bartolomeo è coinvolto tre anni più tardi nella decorazione dell'appartamento di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours in Palazzo Madama; di ritorno ai primi del Settecento, opererà nel santuario della Madonna del Pilone e affiancherà Daniele Seiter negli affreschi dell'appartamento al piano terreno del Palazzo Ducale.

Acquisto recente del Museo, la tela è prossima per stile all'Incredulità di Tommaso dipinta dall'artista per l'altare fondato nel 1688 dai fratelli Salamone nella chiesa di San Giovanni Battista a Savona (oggi nel Seminario vescovile).Il confronto autorizza a collocarne l'esecuzione in una fase precoce dell'attività di Bartolomeo, non lontana dal viaggio di studio a Parma e Venezia compiuto all'inizio degli anni ottanta del XVII secolo, come confermerebbe l'influenza correggesca apprezzabile nella delicatezza del chiaroscuro e nel tratamento soffuso delle nubi aranciate del fondo. Il dipinto verrebbe quindi a collocarsi nel corso del primo soggiorno torinese dell'artista, tra il 1685 e il 1690, e potrebbe legarsi in modo più o meno diretto alla duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, che, dopo la fine della sua reggenza, si ritirò tra le carmelitane scalze di Santa Cristina promuovendo diversi interventi decorativi nella chiesa e nel convento.

Il modello iconografico potrebbe derivare, con alcune varianti, dalla "Vita effigiata et essercizi affettivi della serafica vergine Santa Teresa di Gesù" di padre Alessio della Passione, edita a Roma nel 1665 e illustrata nel 1670 da 72 incisioni derivate da disegni di Ciro Ferri e Lazzaro Baldi.
Newcome Schleier M., Bartolomeo e Domenico Guidobono, 2002, p. 108,
Pittura italiana del Seicento e del Settecento, 1990, pp. 165-166,
Vico V., Favole e magie. I Guidobono pittori del Barocco, 2012, pp. 40-41,
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 43,
Capraro S., Acquisti e doni (2002-2010), 2011, p. 158