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Coperta di evangelario
c. 1195
legno; smalto champlevé; rame sbalzato, inciso e dorato
0001/S
Altezza: 26,5 cm, Larghezza: 16,2 cm, Profondità: 0,3 cm
Cristo crocifisso; Vergine; san Giovanni
La legatura è costituita da quattro placche in rame dorato (una centrale e tre laterali per il bordo) fissate su supporto ligneo, non originale, tramite viti moderne (di cui 16 mancanti). Risulta perduta la quarta placchetta che incorniciava inferiormente la placca centrale. Perdute anche le fasce metalliche mediane, originariamente poste tra la placca con la Crocifissione e la bordura esterna, solitamente in rame stampato con motivi a losanga, oppure cerchi o elementi quadrilobati. Le placchette del bordo presentano tralci in rame dorato reservé con fioroni a tre petali in smalto champlevé e tre rettangoli contenenti figure di angeli a mezzo busto con ali incrociate fuoriuscenti da nubi, realizzati in rame dorato reservé inciso a bulino, con testine a rilievo en applique. La grande placca centrale mostra la Crocifissione tra la Vergine e san Giovanni evangelista, due figure di angeli nella parte superiore, e, ai piedi della croce, Adamo risorto che tende le braccia verso il Cristo. Sotto il suppedaneo è raffigurato il teschio di Adamo. Tutte le figure sono in rame dorato inciso a bulino con testine d’applique “classicisantes” in rame sbalzato; il fondo è in smalto champlevé blu scuro disseminato di rosette in smalto champlevé e astri a sei petali in rame dorato e cesellato. La croce, a estremità potenziate e riempita di smalto verde, presenta all’estremità del braccio superiore la mano di Dio fuoriuscente da una nube. I bordi superiore e inferiore della placca sono decorati da una serie di motivi trilobati disposti in successione e da un tralcio “en pointillé”, che incornicia l’intera raffigurazione.
Il piatto di legatura appartiene a una tipologia assai diffusa nella produzione limosina dell’ultimo quarto del XII e del primo quarto del XIII secolo. Per il periodo 1190-1215, sono state censite 122 placche di legatura con la Crocifissione, che si differenziano tra loro solo sulla base di piccole variazioni iconografiche e tecniche. Le placche provengono da legature di evangeliari, sacramentari o messali, costituite da un piatto anteriore con la Crocifissione e uno posteriore con il Cristo in Maestà (o una semplice decorazione aniconica), giunteci quasi sempre smembrate e disgiunte dal manoscritto che racchiudevano in origine o, addirittura, sopravvissute come semplici placche prive della bordura originale.

Le particolarità di questo piatto sono rappresentate dalla doppia presenza di Adamo (cranio e sepolcro da cui risorge), dal gesto della Vergine (solitamente presenta le mani giunte in grembo, mentre qui le solleva entrambe verso il Cristo: altri esemplari con questo dettaglio a Vienna, Cracovia, Boston, Fiecht-Georgenberg, alla Pierpont Morgan Library di New York e alla bibliothèque Sainte-Geneviève di Parigi); dalla doppia iscrizione sul braccio superiore della croce e dall’assenza di bande orizzontali a smalto dietro la croce. Questi due ultimi elementi, permettono un confronto tipologico con la placca del Metropolitan Museum di New York datata verso il 1200, che ha in comune con l’esemplare del Museo anche l’estrema finezza del lavoro di incisione e cesellatura: si notino le decorazioni a rombi sui bordi ricamati delle vesti di Maria e Giovanni, il decoro ” en pointillé” sul velo della Vergine e sul lembo superiore del perizoma del Cristo, annodato a destra allo stesso modo. Piuttosto, la legatura torinese si differenzia da quella del Metropolitan per una maggiore raffinatezza dei panneggi: ormai assenti le pieghe a “V” per le vesti della Vergine e di Giovanni, i tessuti fasciano morbidamente i corpi dei dolenti (si veda la veste di Maria che avvolge il braccio sinistro per ricascare lungo il fianco). In questo senso è possibile far rientrare la placca del Museo Civico nel ”troisième groupe” identificato da Gaborit-Chopin (2009-2010, p.98), in relazione alle placche con Crocifissione del periodo 1190-1215 con Cristo in rame inciso e testina in applique; un gruppo che si caratterizza proprio per l’abbandono delle rigide pieghe “en chevrons” e l’aspetto non geometrico dei panneggi.
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