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XIII secolo secondo quarto
Rame sbalzato, inciso e dorato; smalto champlevé
723
Altezza: 16,7 cm, Larghezza: 12,6 cm
Crocifisso
pittore francese
Era in origine fissato a una croce processionale, oggi perduta
Prima di pervenire, attraverso passaggi ereditari, a una collezione privata di Aosta, il Crocifisso è appartenuto a don Eulalio Coda, parroco di Bardonecchia dal 1933 al 1944 e canonico della cattedrale di San Giusto di Susa, dal cui tesoro potrebbe forse provenire.

Ricavato da uno stampo, appartiene per tipologia al cosiddetto "seconde type, variété A" individuato da Paul Thoby all'interno della produzione limosina (Les croix limousines de la fin du XIIe siècle au début du XIVe siècle, Picard, Paris 1953, p. 8), databile nel periodo 1225-1250: un Cristo "triumphans", con gli occhi aperti , volto nobile e la caratteristica corona a tre punte con piccole incisioni puntinate in forma di gemme; le braccia disposte in orizzontale con i palmi aperti; piedi, dal rilievo poco pronunciato, divaricati verso l'esterno; e perizoma lungo fino alle ginocchia. Dopo la metà del secolo i crocifissi usciti dalle botteghe di Limoges cominceranno ad adottare la tipologia del Cristo "patiens", dal capo reclinato, gli occhi chiusi e i piedi incrociati e sovrapposti.

Numerosi sono gli esemplari confrontabili con quello del Museo, tra cui un gruppo conservato nel Museo di Capodimonte a Napoli (P. Leone de Castris, Medioevo e produzione artistica di serie: smalti di Limoges e avori gotici in Campania, catalogo della mostra di Napoli, 1981-1982, cura di P. Giusti, P. Leone de Castris, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, Centro Di, Firenze 1981, pp. 78-79) e un gruppo del Sacro Museo Vaticano (F. Stholman, Gli smalti del Museo Sacro Vaticano, Città del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 1939, pp. 38-39), tuttavia di fattura più modesta. Stilisticamente è vicino al crocifisso applicato alla croce d'altare della chiesa di Saint-Pierre-et-Paul di Jouac, Haute-Vienne, datata verso il 1250, dalla quale differisce per l'assenza di flessione delle ginocchia (Émaux limousins du Moyen Âge. Corrèze, Creuse, Haute-Vienne, a cura di C. Arminjon, M. Chavent, S. Doublard du Vigneau, M.-M. Gauthier, V. Notin, T. Zimmer, P. Rivière, F. Magnoux, Inventaire général des monuments et des richesses artistiques de la France, Culture & Patrimoine en Limousin, Limoges 1995, p. 75).
Capraro S., Acquisti e doni (2002-2010), 2011, p. 169,
Gabrielli N., Arte Sacra in Valle d’Aosta. Guida all’esposizione. Catalogo della mostra (Aosta, Palazzo Vescovile, 21 giugno - 21 settembre 1969), a cura di N. Gabrielli, Musumeci, Aosta 1969., 1969,
Castronovo S., Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Smalti di Limoges del XIII secolo, 2014, pp. 154-155,
Castronovo S., Aggiornamenti su l’Œuvre de Limoges in Piemonte. Nuove opere e prime ricerche sul gruppo di falsi del Museo Civico d’Arte Antica di Torino, 2011, pp. 143-144