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Vetrata
Vetrata
Year
c. 1503
Materials
vetro colorato in pasta, dipinto a grisaille e giallo d'argento
Inventory
0306/VD
Dimensions
Altezza: 100 cm, Larghezza: 68 cm
Subject
Disputa di Gesù con i Dottori
Artists
Vaser Pietro
Description
Vetrata con scena della disputa di Gesù con i Dottori
Historical-Criticism news
Secondo il documento ritracciato all'Archivio Storico del Comune, Torino, questa vetrata e quella che le fa da pendant (305/VD) furono acquistate dal signor Agostino Argentier di Aosta, probabile intermediario di Alexandre Gaspard, allora proprietario del castello di Issogne, insieme con la tavola dipinta 467/D e la serie di riquadri degli stalli 1154/L. Una nota manoscritta del direttore del Museo, Pio Agodino, accompagna l'elenco degli oggetti, per i quali si indica la provenienza dalla cappella interna di Issogne (Barberi 1999, p. 88). Per ragioni dimensionali, le uniche finestre della cappella adatta a ospitare entrambe le vetrate sono le due che si aprono ai lati dell'altare ad ante. E. Rossetti Brezzi (1989, 1996) le colloca idealmente nella finestra a destra, ipotizzandol'esistenza di un articolato programma iconografico dedicato alle storie della Vergine e all'Infanzia di Cristo che si sviluppa sulla decorazione affrescata, sulle vetrate e sullo stesso altare. La studiosa suppone che la perduta vetrata di sinistra continuasse il tema della glorificazione della Vergine con i due episodi dell'Assunzione e dell'Incoronazione.
Le vetrate sono state attribuite variamente all'arte svizzera (Museo Civico di Torino, 1905), a un artista piemontese influenzato da modelli ferraresi e lombardi (Mallé), all'ambito di Spanzotti (Brizio e Gabrielli), alla Francia (Bernardi: Lione, Castelnuovo: area tra Bourges e Moulins). Le significative notizie documentarie ricavate dai "Computa Sancti Ursi" riguardo a un Pietro Vaser "factor verreriarum" attivo nel castello di Issogne, già rese note da Justin Boson nel 1929, sono state trascurate per lungo tempo, fino alla ripresa da parte di B. Orlandoni, che ne ha messo in luce il ruolo di primo piano svolto nel cantieri promossi dal priore Giorgio di Challant nella chiesa di Sant'Orso ad Aosta e al castello di Issogne. L'origine ginevrina dell'artista, ipotizzata sulla base di ricerche onomastiche, è stata poi confermata dalla lettura stilistica fornita da E. Dolino, F. Elsig, V. Natale e S. De Bosio, concordi nel rilevare la concomitanza di elementi nordici e franco-fiamminghi che esprime la sfaccettata identità culturale dell'area ginevrina.
Tenuto conto che la datazione della cappella di Issogne è ancorata intorno al 1499 dal messale fatto appositamente realizzare da Giorgio di Challan, il pagamento a Vaser per lavori effettuati a Issogne documentato nei "Computa" del 1504 può essere verosimilmente possiamo riferito alle vetrate della cappella (Computa Santi Ursi 1500-1510, a cura di O. Zanolli,Aosta 1998, II, p. 634).
Opera del medesimo atelier sono anche alcune vetrate della cattedrale di Aosta, al corpus delle quali apparteneva forse anche il pannello con l'Adorazione dei Magi della parrocchiale di Verrone Biellese.
Bibliography
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