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Scrigno medagliere
1730
legno con intarsi di ebano, palissandro, avorio, madreperla e ottone
1743/L
Altezza: 29,5 cm, Larghezza: 51,5 cm, Profondità: 39 cm
Fama; Fortezza; Minerva; ritratto del re Carlo Emanuele II
Prinotto Luigi
Lo scrigno ha forma di parallelepipedo e si apre a ribalta dello sportello anteriore. Poggia su quattro piedini di restauro, essendo perduto il sostegno originale in noce l'India ricordato dai documenti. La decorazione a intarsi di ebano avorio e madreperla tra filetti di ottone è costituita da intrecci di mistilinei sulla faccia interna del lato superiore e serti di foglie e fiori sui fianchi e sulle incorniciature del lato superiore e frontale. Al centro della fronte intarsio in madreperla con la Fortezza che porge a Minerva una medaglia con il profilo di Carlo Emanuele III, mentre al centro del lato superiore diversi putti coniano monete sotto la direzione della Fama. Sul bordo le cifre coronate di Carlo Emanuele III. Ai lati due maniglie ellittiche in lega metallica.
Il 6 giugno 1730 la Real Casa provvedeva al pagamento a Luigi Prinotto dello scrigno che avrebbe dovuto contenere le medaglie fatte realizzare da Luigi XV con episodi della vita del padre. Luigi XIV. Era il periodo di maggior gloria dell'ebanista piemontese, attivo per il principe di Piemonte; una volta salito al trono, Carlo Emanuele III gli avrebbe preferito Pietro Piffetti nella carica di Ebanista del Re.

L'insieme degli intarsi si ispira a modelli francesi. La scena frontale riprende l'impostazione del dipinto di Antoine Coypel raffigurante "La Storia che scrive la vita di Luigi XIV", realizzato nel 1702 per la Sala delle assemblee dell'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres al Louvre e inciso da Simonneau de l'Ainé come frontespizio per le "Médailles du siècle de Louis le Grand", edito a Parigi lo stesso anno. La stessa incisione figurava anche come frontespizio del volume "Médailles sur le principaux Evénements du Règne entier de Louis le Grand avec des explications historiques", edito a Parigi nel 1723, che corredava fino all'Ottocento la raccolta di 318 medaglie custodite in otto ripiani all'interno dello scrigno, e che offrì numerosi spunti a Prinotto anche per le cornici che lo decorano.

Silvana Pettenati ha ricostruito le vicende successive alla fuoriuscita, a un'epoca imprecisata, del medagliere dalle raccolte sabaude. Entrato in possesso del marchese Tapparelli d'Azeglio, fu inserito nella vendita all'incanto delle sue collezioni tenuta a Parigi nel 1868. Rimase invenduto e quindi depositato presso il Museo Civico di Torino, da cui fu selezionato assieme ad alcuni modili del Piffetti per l'Esposizione Nazionale di Belle Arti del 1880. Fu consegnato nuovamente al museo il 1888. Di nuovo se ne persero le tracce, finché, durante la Seconda guerra mondiale, fu affidato sigillato a titolo di deposito privato all'allora direttore del Museo, Vittorio Viale. La vicenda si concluse l'8 giugno 1970, quando, davanti al notaio, lo scrigno venne aperto a Palazzo Madama. Era contenuto in una cassa con i sigilli della casa Reale che era stata consegnata nel 1943 a Viale dal generale Giovanni Amico di Meane. Dal 1970 il medagliere fu affidato alla sezione numismatica del Museo Civico dalla quale passò a Palazzo Madama nel 2001.
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