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Frammento di cofanetto (totale 12: 221/AV a-m)

    Frammento di cofanetto (totale 12: 221/AV a-m)
    XV
    Osso
    0222/AV
    Altezza: 8,9 cm, Larghezza: 2,3 cm, Profondità: 0,7 cm
    Figura femminile
    I dodici frammenti (esposti in museo e riprodotti nella immagine secondo la sequenza 221/AV ELACDBIHMFG e 222/AV) rappresentano in rilevo personaggi maschile e femminile. Tutte le placchette hanno un basso zoccolo e sono coronate da un motivo semplificato che suggerisce una parete ritmata da finestre e coronata da merli.
    Il pezzo è descritto alla lettera n. del gruppo descritto nel catalogo a pag. 309, scheda 221/AV

    cfr. scheda 221/AV (a-m)



    I listelli fanno parte di un piccolo gruppo di manufatti individuato da Luciana Martini, che vi ha inserito:

    Un cofanetto e otto lastrine del Museo Nazionale di Ravenna (inv. 1064, 5740-46, 1052

    Oggetti in avorio 1993, pp. 89-91, nn. 112, 113-120). A questi Laura Dal Prà (Dal Prà 1995, pp. 323-325)

    Un cofanetto rimaneggiato e meno fine del Museo delle Arti Decorative di Milano (inv. 47; Zastrow 1978, p. 41, n. 74, tavv. 185- 189)

    Un cofanetto, restaurato, del Museo Correr di Venezia (inv. Cl. XVIII, 2; Cat. Firenze 2014, pp. 362-363, n. 62)

    Dei frammenti del Castello del Buonconsiglio a Trento (Dal Prà 1995, figg. 18-29).

    Un forzierino del Museo Nazionale del Bargello a Firenze (inv. 19A; Tomasi 2001b, pp. 36-40, n. 7)



    Specie nella serie torinese, certe figure hanno ancora la complessità e la naturalezza di quei modelli, come il dio d’amore o la donna nuda. La tarsia del cofanetto di Firenze presenta però le semplificazioni correnti nei manufatti degli imitatori quattrocenteschi, con le fasce a grandi dentelli bicromi, e gli angoli di questo oggetto e delle cassettine milanese e ravennate sono occupati da colonne scanalate di ispirazione antica; sui coperchi, i putti ignudi sono sostituiti da geni avvolti in ampie tuniche. I personaggi portano spesso ampie oppelande, secondo la moda del primo Quattrocento, o larghe mantelle che nascondono l’anatomia. Le figure sono tarchiate e tendenzialmente statiche. Alcuni personaggi femminili hanno caratteristiche acconciature, con lunghi capelli ondulati. Le palme che compaiono su due delle placchette torinesi sono frequenti sui manufatti riuniti da Merlini sotto l’etichetta di primo gruppo della storia di Susanna (Merlini 1988, p. 276). Nell’insieme, si osserva una forte semplificazione: sfondi neutri, predominanza di figure semplicemente appaiate o affrontate, assenza di svolgimento narrativo. Tuttavia, sui nostri frammenti, su quelli ravennati e su quelli trentini compaiono anche personaggi fortemente caratterizzati (il dio d’amore, la sorta di eremita barbuto) e numerose figure di animali, che si ritrovano anche sul cofanetto Correr; resta però impossibile identificare una narrazione precisa, tanto più che sul retro dei nostri listelli non si trovano marche di assemblaggio. I dati della moda, le colonnette scanalate, il tipo della tarsia, le palme, suggeriscono per i pezzi di questo gruppo una datazione tra la fine del primo e il secondo quarto del XV secolo.
    Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, p. 309