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Bacile gemellare
1250 - 1275
rame; smalto champlevé
0034/S
Diametro: 22,3 cm
figure di musici; stemmi dei Plantageneti, di Turenne e Lusignano
l bacile, che ha perso completamente l’originaria doratura, presenta un medaglione circolare centrale con scudo dei Plantageneti (“de gueules à trois leopards passant d’or”) circondato da girali vegetali in rame a riserva; attorno sono disposti quattro medaglioni semicircolari con figure di danzatrici e musicanti (dall’alto verso il basso: un suonatore di flauto, una suonatrice di nacchere; un suonatore di viola e un’acrobata che danza sulle mani; un suonatore di viola e una suonatrice di nacchere; un suonatore di tamburello e una suonatrice di nacchere). Le quattro coppie di figure in rame reservé originariamente dorato, si stagliano su un fondo in smalto champlevé blu lavanda con girali in rame reservé; negli spazi compresi tra i medaglioni semicircolari, sempre su fondo in smalto champlevé blu lavanda con girali vegetali in rame risparmiato, si trovano quattro scudi araldici di forma triangolare: “coticé d’or et de gueules de douze pièces” (Turenne), “vairé de cinq traits d’argent et d’azur”, “losangé d’or et d’azur” e “burelé d’azur et d’argent de dix pièces” (Lusignano). Sulla tesa, corre un motivo di piccoli triangoli, incisi a bulino, disposti con la punta verso l’interno. Sul retro del bacile, al centro, è incisa una stella a otto punte entro un cerchio puntinato.
Il bacile apparteneva a una coppia di bacili gemellari, servizio da lavabo ad uso sia liturgico sia profano (come in questo caso), costituito da due bacili che si incastravano l'uno nell'altro, di cui quello superiore dotato di beccuccio (gargouille) per versare l'acqua in quello inferiore.

Anticamente si trovava nella chiesa di Bagneux (Marne), dove è attestato fino al 1880; in seguito disperso e poi ricomparso sul mercato antiquario.

L'esemplare rientra in un gruppo non molto numeroso di bacili gemellari descritti da J.-J. Marquet de Vasselot (1952, pp. 48-75), caratterizzati dalla compresenza di scene cortesi e scudi araldici disposti secondo un preciso schema compositivo: quattro, cinque o sei medaglioni semicircolari contenenti scene profane, intervallati da altrettanti scudi, attorniano un medaglione centrale con stemma o figura di cavaliere. Più in particolare, il bacile di Torino rientra in quel sottogruppo che presenta in ciascun medaglione semicircolare una coppia in piedi, costituita da un musico e da una danzatrice (Ibidem, nn. 36-58). Nello specifico, i due bacili che si avvicinano di più a quello di Torino, sono gli esemplari di Oslo (Kulturhistorisk Museum, Universitetet i Oslo inv. C. 3207), con scudo centrale e cinque medaglioni semicircolari con danzatrici e suonatori (Ibidem, pp. 58-59, n. 50); e quello del Fitzwilliam Museum di Cambridge, con cavaliere al centro e quattro medaglioni con analoghe raffigurazioni (Ibidem, n. 53, pp. 60-61): entrambi caratterizzati dalla presenza di scudi araldici negli stretti spazi tra i medaglioni figurati.

Per quanto riguarda gli stemmi, due di essi, con le armi dei Turenne e dei Lusignano, ricorrono con particolare frequenza nei bacili limosini del XIII secolo – dieci esemplari per ciascuna di queste armi sono documentati nel repertorio di Marquet de Vasselot – mentre gli altri due blasoni non sono riferibili ad alcuna famiglia francese del XIII secolo. Ci troviamo di fronte a uno di quei casi, assai frequenti nella produzione limosina della seconda metà del Duecento (Pastoureau 1995; Dionnet 1994, pp. 94-112; Id. 1997), in cui la presenza di scudi araldici mantiene un significato puramente ornamentale.

A livello iconografico, la figura femminile che suona le nacchere e l’acrobata che cammina sulle mani, figure presenti su diversi bacili limosini duecenteschi, si ispirano direttamente alla musica e alla danza spagnola di età medievale, a ulteriore conferma dell’influsso della cultura e dell’arte islamica su l’“Œuvre de Limoges” tra XII e XIII secolo. L’esecuzione frettolosa e un po’ grossolana delle figure, già evidenziata da Mallé (1969, pp. 93-94), insieme con i caratteri della decorazione araldica – la mescolanza di stemmi autentici e di stemmi d’invenzione sugli oggetti limosini viene attuata a partire dal 1250 circa – spinge a datare il bacile al terzo quarto del XIII secolo.
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 93-94,
Castronovo S., Blu Rosso e Oro, 1998, p. 238,
Castronovo S., Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Smalti di Limoges del XIII secolo, 2014, pp. 172-173,
Marquet de Vasselot, J.-J., Les gémellions limousins du XIIIe siècle, 1952, pp. 61-62,
Dionnet A.-C., D’or et d’émaux: les gémellions armoriés de Limoges dans l’emblématique au XIIIe siècle, 1997