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1500 - 1599
Marocchino
0260/LE
Altezza: 157 mm, Larghezza: 103 mm
legatura
Falsa legatura Apollo e Pegaso ('pseudo Canevari') su Sallustius Crispus
Villa Vittorio
C. Crispi Sallustii de coniuratone Catilinae Eiusdem de bello Jugurthino etc. Venetiis in aedibus Aldi et Andreae Asulani MDIX. Legatura tipo Canevari. pp.279 Al piatto: cornice formata da una serie di filetti sia in oro che a gauffrage, nella fascia volute e quattro piccoli uccelli, agli angoli gigli a gauffrage. Nel campo: fregi in oro e ovale a gauffrage con biga a due cavalli. Risguardi in carta bianca.
Falsa legatura Apollo e Pegaso ('pseudo Canevariì) su Sallustius Crispus, De coniuratione Catilinae, Venezia, in aedibus Aldi et Andreae Asulani soceri, 1509.



Decorazione ai piatti con due riquadri di fasci di filetti a secco e dorati. Nella fascia esterna, volute e uccellino. Giglio accantonato esterno al riquadro interno, composizione di piccoli ferri accantonati interni. Nello specchio, composizione di piccoli ferri e falso medaglione orizzontale. Il falso è rilevabile dal numero di raggi delle ruote (quattro invece di sei), dal fatto che le nuvole sono incise nella matrice e non dipinte, dalla posizione eretta dell'auriga. Tracce di quattro legacci. Taglio greggio.

Sul contropiatto nota manoscritta "Sospetta De Marinis".



Si tratterebbe di una legatura falsa, messa sul mercato dal bolognese Vittorio Villa, attivo a Milano dal 1884 al 1892, attraverso un antiquario milanese di nome Monte. Il falso in questione imita una tipologia denominata "Apollo e Pegaso", dal soggetto di un medaglione ellittico, in cui è rappresentato un auriga, il dio Apollo, che guida un cocchio trascinato da due cavalli al galoppo verso uno strapiombo su cui s'impenna Pegaso. Le legature originali con questo medaglione appartennero alla biblioteca di un non meglio precisato Mecenate (vissuto intorno al 1570), successivamente esse furono attribuite all'archiatra Demetrio Canevari (1559-1625), e infine a Giovanni Battista Grimaldi (1524-1612 ca.).

Il piatto del Sallustio veneziano (260/LE) è decorato con due riquadri di fasci di filetti a secco e dorati. Nella fascia esterna, volute e uccellino. Giglio accantonato esterno al riquadro interno, composizione di piccoli ferri accantonati interni. Nello specchio, composizione di piccoli ferri e medaglione. Tracce di quattro legacci. Il taglio è greggio. Le condizioni di conservatura sono mediocri (F. Malaguzzi, 2000, pp. 112-113).

Cfr. ALLEGATI
Francesco Malaguzzi, Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Legature, 2011, pp. 51-52,
Malaguzzi F., Bibliofilia subalpina. I falsi di Palazzo Madama, 2000, pp. 112-113