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Quadro
1724
commesso di fili di seta e metallici su supporto cartaceo incerato
0004/T
Altezza: 49 cm, Larghezza: 70 cm, Cornice Passpartout: 60 x 81 x 5 cm
Il Sacrificio della figlia di Iefte
Girard Claudio
Il Sacrificio della figlia di Iefte. Sul retro scritta in greco e latino. In cornice di legno, con vetro. Cornice di legno nero con parti di legno dorato
Lavoro di Claude Girard, eclettico artista legato alla cultura decorativa della corte sabauda e specializzato nel commesso di fili. Questa rarissima tecnica è affine al ricamo e consisteva nell’eseguire piccoli pannelli composti di fili di seta distesi e fissati su un supporto di carta incerata a formare fitte tessiture cromatiche. Il risultato oscilla, a un primo sguardo, tra il tessuto e il ricamo eseguito ad ago, raggiungendo un elevato livello di preziosità. Il soggetto dei commessi era spesso derivato da incisioni di larga circolazione nelle botteghe; in particolare Girard guarda ai grandi temi del classicismo barocco parigino.

L'iconografia trae spunto da un dipinto di Antoine Coypel dalla serie di sette scene del Vecchio Testamento realizzate tra il 1695 e il 1697 ed esposta ai Salons di Parigi del 1699 e del 1704, più volte tradotti in incisione e replicata dalla manifatura di arazzi dei Gobelins. In particolare il soggetto fu inciso in controparte da Gaspard Duchange.

Di Girard si conservano in Museo un ritratto equestre di Benedetto XIII (2/T), un altro quadretto tratto dalla stessa serie di Coypel (3/T), una scena campestre (5/T), una battaglia (6/T), un'Annunciazione (2598/T) e un Matrimonio della Vergine, acquistato nel 2008 (inv. 732).
San Martino P., La riscoperta di Claudio Girard artista e imprenditore di ricami e tessuti al tempo di Vittorio Amedeo II, 1991, pp. 5-7,
Rizzini M., Appunti per una storia della tecnica a "filo incollato", 2003, p. 39,
Arnaldi di Balme C., Il Matrimonio della Vergine di Claudio Girard e la fortuna del classicismo barocco francese nelle arti decorative, 2011,
Arnaldi di Balme C., Rois & Mécènes. La cour de Savoie et les formes du rococo (Turin 1730-1750), 2015, pp. 205-209