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Candeliere
1190 - 1210
Rame sbalzato, inciso e dorato; smalto champlevé
0035/S
Altezza: 29 cm, Larghezza: 14 cm
leoni
Coppia di candelieri poggianti su base piramidale a tre piedi decorati da maschere leonine, realizzate a incisione. Le tre facce della base presentano al centro un rosoncino a otto petali che racchiude un elemento quadrilobato, ai lati del quale vi sono coppie di leoni affrontati, in rame reservé e inciso, su fondo in smalto blu oltremare. Torace e cosce degli animali mostrano inserti in smalto champlevé (nero/verde/giallo, nero/blu lavanda/bianco), mentre tracce di smalto rosso riempiono i solchi incisi sui corpi (occhi, orecchie, criniera, muscolatura). I fusti sono costituiti da tre segmenti cilindrici con decoro a losanghe incise a tratteggio, raccordati da due nodi a sfera schiacciata percorsi da girali in rame reservé su fondo blu a smalto. Gli scodellini, piatti e con puntale per i ceri, sono decorati da un fiore a 18 petali con banda interna verde contenente piccoli semicerchi gialli a interno rosso.
I due candelieri provengono dall’abbazia di Sant’Alberto di Butrio (Pavia), nella diocesi di Tortona, tra Piemonte e Lombardia. Secondo una tradizione, vi sarebbero giunti quale dono da parte di Edoardo II Plantageneto, ospitato come eremita e penitente nell’abbazia dopo la fuga dal carcere del castello di Berkeley in Inghilterra e ivi sepolto intorno al 1330. Si possono probabilmente identificare con i “doi candeglieri di rame infimi alla anticha lavorati…” ricordati nel XVII secolo in una visita pastorale della chiesa abbaziale (ACT, Mazzo 33 - Visite Pastorali del Monsignor Settala, 1677). Verso la metà del XIX secolo l’abbazia li vendette a Bartolomeo Gastaldi, il quale a sua volta li vendette al Museo nel 1874, un anno prima di essere nominato direttore dell’istituzione.

I manufatti appartengono al gruppo dei cosiddetti “chandeliers à médaillons”, particolarmente numerosi nel periodo 1190-1215, d’uso sia liturgico sia profano, caratterizzati dalla presenza di un fleuron centrale affiancato da figure di uccelli, leoni, dragoni, creature fantastiche.

In particolare, sono possibili confronti con tre candelieri conservati rispettivamente a Baltimora (1190-1200), Digione (1210-1220) e Toledo, in Ohio (1200-1210). Si tratta in tutti i casi di pezzi di transizione: i profili degli animali, in rame reservé, seguono già le innovazioni tecniche della produzione limosina di primo Duecento, mentre gli inserti in smalto sui corpi degli animali, ricollegano queste opere ai candelieri romanici dell’ultimo quarto del XII secolo, in cui le basi presentavano animali e figure interamente in smalto champlevé su fondo in rame dorato. Risale alla tradizione romanica anche il decoro raffinato dei piedini, con maschere leonine che presentano ciuffi serpeggianti di criniera sul capo, come si vedono, per esempio, su un candeliere risalente al 1190-1195 già in collezione.
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