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1625 - 1628
inchiostro su carta
3846/DS
Altezza: 294 mm., Larghezza: 207 mm.
manoscritto
lettera 11 aprile 1626. A S. A. Ser.ma. Poche novità. Corre voce che le informazioni sulla "pace" siano frutto di lettere che andavano dalla Spagna all'ambasciatore di quel Paese a Genova e che furono intercettate per opera piemontese. Stupore da parte dell'ambasciatore di Francia di non esser stato messo subito al corrente; necessità di giustificazioni. Considerazioni sulle manovre e gli accordi per detta "pace". Vascelli spagnoli che trasportano a Genova denaro, colti da furtunale, debbono riparare a Porto Venere prima di poter toccare il porto genovese. Nelle operazioni d'alleggerimento i carichi sono andati persi con gran danno; salvi solo il denaro e le persone. Le cose gettate a mare erano d'appartenenza del marchese Di Baviera che si recava viceré in Sicilia; polemica del marchese per la perdita delle sue robe di valore, a suo dire, assai superiore alle casse di denaro. Notizia della morte del re di Svezia, che avrebbe lasciato l'eredità del Regno a quello di Danimarca; scarso credito della notizia. Continua la presenza del duca d'Alcalà; bene informati lo dicono in procinto di partire per Milano, ma che per strada farà sosta per incontrare un corriere, poiché a lui, si dice, pare rimessa l'estensione "dell'accordato per la pace". Altre voci sostengono sia in procinto di prender anche il governo di Milano avendo già le "patenti" in mano