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motivo a scacchiera
motivo a scacchiera
Year
1590 - 1699
Materials
lino, argento dorato filato e riccio, canutiglia di lamina dorata, cascame di seta non ritorta; inserti ad ago a reticello su traccia di fili, con motivi a punto festone recanti ricami sovrapposti a punto riccio e applicazioni di canutiglia metallica, barrette apunto stuoia, punto festone e punto cordoncino, cornice di rifinitura a doppio punto quadro con effetto sfilato, ricamo con doppi fili di filato metallico a punto posato
Inventory
1383/T
Dimensions
Altezza: 41 cm, Larghezza: 31 cm
Definition
copricuscino
Subject
Tessuto per arredo lino ricamo / Furniture fabric linen embroidery
Description
Copricuscino rettangolare di lino ricamato a scacchiera con parti a traforo e con parti adorne di ricami in filo dorato e policromo.L’alternanza di quadrati di tela ricamata e d’inserti traforati a reticello, dalla notevole varietà di motivi - chimere, cervi, aquile, uomini, donne, sirene, centauri, un calice con ostia, fontane, navi e elementi geometrici- riprende uno schema tipicamente tardo cinquecentesco che trova confronto con altri numerosi manufatti attribuiti a tale periodo e a manifattura italiana, realizzati con inserti ad ago ma anche a filet ricamato (Ricci 1911; Carmignani 1981, pp. 31-32, schede nn. 6-7; Mottola Molfino 1984c, p. 141, scheda n. 61). Per l’uso di sete policrome e di oro filato offre un parallelo il frammento del Musée National de la Reinassance di Ecouen, attribuito all’Italia del nord e datato all’inizio del Seicento per il ricamo (Kraatz 1992, p.104, scheda n. 30) e il copricuscino della collezione Iklé, ricamato in oro e seta con motivi simili ma senza reticelli, attribuito alla Sicilia del XVI secolo (Wild 1908, n.1173, p.221). Molto rara è l’aggiunta di canutiglia metallica sul merletto ad ago, che trova un confronto con un velo ad ago in seta bianca e filato metallico di manifattura spagnola, datato attorno al 1580, conservato nel convento di Sant’Anna a Genova (Parma 1990, pp. 22-29).
La notevole abilità tecnica degli inserti a reticello e la varietà del repertorio decorativo libero dal tracciato geometrico cinquecentesco, rimandano a una datazione tra la fine del XVI e i primi decenni del XVII secolo (Cuoghi Costantini, Silvestri (a cura di) 1991, p. 128, scheda n. 28 di A. Mottola Molfino, M. Rapetti; Carmignani 2005, pp. 78-80, scheda n. 19). Tuttavia l’ingenua ricerca di effetti tridimensionali e l’evidente semplificazione del repertorio decorativo suggeriscono una manifattura popolare e quindi una possibile reinterpretazione dei motivi più tarda, nel corso del Seicento, come fa ipotizzare anche l’uso della canutiglia metallica (nella rara tipologia a sezione quadrata e zigrinata) diffusa nei ricami del XVII secolo. La canutiglia potrebbe essere un’aggiunta più tarda, poiché si sovrappone ai motivi con abbondanza, ma senza chiara funzione; anche i punti di fermatura sul retro, piuttosto irregolari, potrebbero non essere coevi.
Circa il riconoscimento dell’ambito di provenienza, il gusto per i ricami in oro e sete colorate è comune alle aree di dominazione spagnola nel Mediterraneo. Il confronto con i merletti e ricami spagnoli, tra cui è frequente l’uso di inserti a reticello alternati però a tele quasi sempre traforate a punto intaglio (Valverde 1915; May 1939), non trova raffronti stilistici convincenti per questo esemplare. Più persuasivo è l’accostamento a un gruppo di manufatti attribuiti all’ambito siciliano (Carmignani 2005). Confronti per l’impianto decorativo del telo, per la tecnica ma abbinata al ricamo in bianco, per il gusto per le applicazioni tridimensionali e soprattutto per i motivi a reticello sono offerti da numerosi esempi pubblicati da Elisa Ricci (Ricci 1908, in particolare tav. XXV-XXVI (fig. 256), ai quali si possono aggiungere il telo della collezione M. Godard- Desmarest di Parigi (Deshaoirs 1906, pp. 34, 36) e il bordo di fazzoletto alla scheda successiva (inv. 2401), attribuibile all’Italia meridionale. Al medesimo ambito rimandano altri particolari, quali l’uomo che suona la tromba in alto a destra, simile a una figura presente in una falsatura pubblicata da Caterina Binetti Vertua (1911, tav LXI).
Bibliography
Capolavori restaurati dell'arte tessile, 1991,
Carmignani M., Tessuti ricami e merletti in Italia dal Rinascimento al Liberty, 2005,
Merletti dalle collezioni di Palazzo Madama, 2013
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